(Notiziario Aduc) L’Afghanistan, il primo produttore di oppio al mondo, avra’ un altro raccolto eccezionale nel 2008, una ‘manna’ per i Taleban che tassano i contadini per finanziare la loro rivolta contro il governo e i circa 50 mila soldati stranieri in suo sostegno. Lo riferisce un rapporto delle Nazioni Unite, reso pubblico oggi.
L’Ufficio delle Nazioni Unite per la droga e la criminalita’ (Unodc) prevede che il raccolto del 2008 sara’ pari o solo leggermente inferiore a quello record dello scorso anno, quando l’Afghanistan aveva piu’ terre coltivate a papaveri che Colombia, Bolivia e Peru’ messi insieme. ‘E’ incoraggiante che l’impressionante aumento degli ultimi anni si stia ridimensionando, ma il totale dell’oppio raccolto resta sorprendentemente alto’, afferma in una dichiarazione il capo dell’Unodc Antonio Maria Costa.
Oltre sei anni dopo il crollo del regime dei Taleban sotto le bombe americane, l’Afghanistan resta impantanato in un circolo vizioso per cui i proventi dell’oppio che finanziano i ribelli e alimentano la corruzione indeboliscono il potere del governo su vaste zone del Paese, le quali per contro tornano alla produzione, teoricamente bandita, dell’oppio.
L’oppio e’ trasformato in eroina sempre piu’ all’interno dell’Afghanistan e contrabbandato soprattutto verso l’Europa.
Le coltivazioni sono concentrate nel Sud, dove e’ piu’ forte la presenza Taleban, mentre sono scarse nel piu’ pacifico Nord.
Una tendenza che andra’ accentuandosi quest’anno. Il numero delle province senza oppio, dovrebbe crescere a 14 o 15 dalle 12 dello scorso anno, su un totale di 34.
Tuttavia la produzione al Sud continua a crescere con una velocita’ ‘allarmante’, aggiunge Costa. Tutti i contadini interrogati nel Sud e nell’Ovest hanno detto di pagare tasse del 10 per cento sui proventi dell’oppio ai Taleban o a funzionari governativi corrotti. ‘E’ una manna per le forze antigovernative’, afferma Costa. ‘E’ un’ulteriore conferma del pericoloso legame fra l’oppio e la ribellione’, aggiunge.