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(Notiziario Aduc) Una delle maggiori organizzazioni mediche statunitensi ha pubblicato un rapporto, sottolineando i benefici della marijuana terapeutica per i malati gravi. I medici di questa associazione hanno demolito i miti sostenuti da coloro che si oppongono alla somministrazione della sostanza.
L’America College of Physicians e’ la piu’ grande organizzazione per numero di specializzazioni al suo interno, ed e’ la seconda per quanto riguarda il numero di iscritti. Sono iscritti 124 mila dottori (cardiologi, neurologi, oncologi, tra i tanti), e pubblica la rivista “Annals of Internal Medicine”.
Nel rapporto, di dieci pagine, l’ACP spiega che il governo federale sbaglia nel classificare la marijuana come una sostanza non adatta al consumo medico, chiedendo che sia immediatamente rivisto lo “status della sostanza”, fornendo prove della sua sicurezza ed efficacia per alcune malattie. L’ACP chiede anche che i consumatori/malati siano protetti dal pericolo di essere arrestati dagli agenti federali se la legge dello Stato ne consenta l’utilizzo.
L’associazione chiarisce, punto per punto, tutti gli argomenti usati dagli oppositori all’utilizzo della sostanza:

  1. Il componente attivo della marijuana puo’ dare sollievo ad alcuni sintomi dell’Aids, o della chemioterapia (nausea, perdita di appetito, dolori gravi), effetto non trovato in nessun altra medicina;
  2. L’uso del vaporizzatore previene gli effetti del fumo, mentre conserva gli effetti della marijuana;
  3. La pillola di THC chiamata Marinol, venduta come se fosse marijuana, ha in realta’ dei limiti all’utilizzo, dovuti ad un lenta assimilazione ed effetti negativi molto gravi.
    Il gruppo rappresenta 124 mila medici, i quali hanno dichiarato che e’ tempo che la politica riconosca “che la marijuana ha dimostrato di essere efficace per curare alcuni sintomi, avendo inoltre una bassa tossicita'”.