(Dire, 16 aprile 2008) Oltre 150 milioni di persone al mondo soffrono di depressione, 50 milioni di epilessia, 25 milioni di schizofrenia, 24 milioni di Alzheimer, mentre oltre 115 milioni hanno disturbi mentali legati all’abuso di alcol o droghe. Ogni anno quasi un milione di persone si toglie la vita per problemi legati a disabilità mentali, una stima al ribasso dal momento che mancano i dati relativi alla quasi totalità dell’Africa e a numerosi paesi tra Medio Oriente e Sud-est asiatico. È partita da numeri e percentuali la relazione che Benedetto Saraceno, direttore del dipartimento di Salute mentale dell’Organizzazione Mondiale della Salute (Oms), ha presentato oggi a Rimini in occasione dell’apertura del meeting internazionale “Rafforzare i sistemi di salute mentale nei paesi a basso e medio reddito”.
Organizzato dall’associazione riminese Cittadinanza in collaborazione con l’Oms, con il contributo della Regione Emilia-Romagna e con il patrocinio di Ministero della Salute e di Comune e Provincia di Rimini. fino a venerdì 18 aprile il meeting metterà a confronto le autorità di 15 paesi a basso reddito – dall’Albania all’Uganda, dal Bangladesh alla Giamaica – e i referenti di agenzie sanitarie e Ong nazionali e internazionali, con l’obiettivo di facilitare lo scambio di conoscenze e buone pratiche, individuare gli strumenti necessari per sviluppare i sistemi nazionali di salute mentale ed estendere le cure ai 400 milioni di persone con disturbi psichici che non hanno accesso a servizi sanitari e spesso vivono nell’isolamento.
“Esiste una relazione fra povertà e salute mentale – ha spiegato Saraceno analizzando i dati sulla diffusione dei disturbi mentali -. La povertà può essere un fattore scatenante o un fattore di rischio per la depressione, il suicidio, l’abuso di alcool e sostanze illecite, il ritardo mentale. Per altre patologie la povertà contribuisce al peggioramento delle condizioni, come succede con la schizofrenia”.
Nel mondo solo il 9% dei 450 milioni di persone con disturbi mentali riceve cure adeguate. Il restante 91% vive in gran parte nei paesi poveri. Qui alla salute mentale è riservato tra l’1,54% e il 2,78% del totale del budget sanitario (contro il 6,89% dei paesi ad alto reddito), psichiatri e infermieri specializzati spesso sono solo uno ogni 100.000 abitanti e oltre l’85% dei malati con gravi patologie non riceve alcun tipo di cura.
“Le risorse per la salute mentale globale sono scarse, distribuite iniquamente e utilizzate in maniera inefficiente – ha continuato Saraceno – Nei paesi a basso e medio reddito la situazione è poi peggiore perché povertà, scarse risorse umane disponibili, mancanza di servizi, ma anche stigma e discriminazione impediscono la presa di coscienza della dimensione del problema e la conseguente realizzazione di sistemi di cura adeguati”.
Dopo l’analisi dettagliata del fenomeno, Benedetto Saraceno è passato alla presentazione del programma Mhgap (Mental Health Global Action Programme), elaborato dall’Oms per aumentare l’attenzione dei governi verso le malattie mentali e i disturbi correlati ad alcol e droghe.
“Ridurre il numero delle persone con disturbi mentali non curati si può – ha aggiunto Saraceno -. Bisogna aumentare la consapevolezza dei governi che devono investire di più in salute mentale. Bisogna formare più operatori sanitari nella gestione dei problemi psichiatrici. Bisogna educare le comunità a una maggiore tolleranza e una minore discriminazione. E bisogna spostare l’asse degli interventi dai tradizionali ospedali psichiatrici ai servizi comunitari”.
Ma è possibile realizzare un sistema globale di salute mentale? “L’Oms si è posta tre obiettivi prioritari. Innanzitutto promuovere ed estendere la tutela dei diritti dei malati psichiatrici. Quindi sensibilizzare i governi e impegnarci insieme alle autorità sanitarie nazionali, alle agenzie internazionali, alle Ong e alla società civile per realizzare un’organizzazione dei servizi non centrata sull’ospedale ma diffusa sul territorio.
Infine promuovere globalmente una politica seria per ridurre l’abuso di alcol, che causa disturbi mentali e disastrosi effetti sociali”.