(Associated Press, 16 aprile 2008) La Cina esegue in media 22 condanne a morte al giorno: lo afferma Amnesty International nel suo rapporto sulla pena di morte nel 2007, chiedendo ai partecipanti alle Olimpiadi di Pechino 2008 di far pressione sul regime per l’abolizione della pena capitale. “Primo paese per le condanne a morte, la Cina ha la medaglia d’oro per le esecuzioni. Secondo stime attendibili, la Cina mette a morte in segreto circa 22 detenuti al giorno.
Da qui ai giochi olimpici, saranno stati 374″, ha dichiarato la direttrice dell’organizzazione per i diritti umani in GB, Kate Allen, aggiungendo: “Tutti coloro che saranno coinvolti nei Giochi dovrebbero fare pressione sulla Cina affinché riveli i numeri dell’uso della pena capitale, perché riduca il numero di circa 60 reati per cui è prevista, e si diriga verso l’abolizione”.
Secondo Amnesty, nel 2007 il regime di Pechino ha messo a morte almeno 470 persone, ma questo secondo gli scarsi dati pubblici: per l’organizzazione sarebbero circa 8.000 le condanne eseguite ogni anno. Pechino ed altri paesi, si afferma, devono togliere il segreto che avvolge le esecuzioni: “molti governi dicono che questa pratica ha il sostegno dell’opinione pubblica. La gente ha quindi il diritto di sapere cosa viene fatto in loro nome”.
Il Rapporto Death Sentences and Executions in 2007 afferma che nel mondo almeno 1.252 persone sono state giustiziate nel 2007, in 24 paesi (ma si teme siano moltissime di più), mentre le condanne pronunciate sono state 3.347 in 51 paesi. Circa 27.500 persone sono attualmente nel braccio della morte. L’organizzazione esprime grave preoccupazione per l’aumento delle esecuzioni non solo in Cina, ma anche Mongolia, Vietnam, Iran, Arabia Saudita e Pakistan. L’88% di tutte le condanne a morte è stata eseguita in cinque paesi: Cina, Arabia Saudita, Iran, Pakistan e Usa.