Solo ora apprendiamo che Caterina Zorzi è scomparsa lo scorso ottobre all’età di cinquantasei anni dopo una vita spesa a combattere per i diritti delle persone con HIV ma non solo. Il suo impegno era rivolto a chiunque subisse un’ingiustizia. Un’amica, una donna coraggiosa scoprì di aver contratto l’infezione da HIV nel 1984 e, da allora, divenne un’instancabile attivista.
Nell’aprile del 1996 ha contribuito alla fondazione di Lila Trieste, città in cui viveva a e lavorava. A Trieste, con l’incarico di presidente della Lila, passò anni a battere i pugni sul tavolo dei governanti per ottenere il diritto alla vita. Tante sono state le a battaglie a difesa dei diritti negati sicuramente una fra le più significative risale al 1996 quando, insieme ad altri attivisti della LILA, si incatenò nella sede di Farmindustria a Milano per chiedere la disponibilità immediata degli Inibitori della Proteasi, i farmaci che hanno rappresentato la grande svolta nella storia dell’epidemia da HIV, che al tempo non erano disponibili in Italia.
Una donna che si è battuta per una maggiore attenzione alle tematiche femminili, dai dosaggi dei farmaci antiretrovirali adeguati alle donne ad un approccio di genere all’HIV. E anche grazie al suo impegno se oggi tante persone con HIV possono curarsi e avere nuove aspettative di vita. Un’altra battaglia che ha combattuto ma, che purtroppo non ha potuto vederne il compimento, è quella per una legge nazionale sulla cannabis terapeutica. La ricordiamo nelle nostre assemblee di Forum Droghe esile, con il viso scavato, la fatica dei piccoli passi ma indomita. Caterina se ne é andata portandosi dietro la sua guerra infinita.
Buon viaggio Caterina.