L’industria dell’oppio in Afghanistan sta finanziando le spese di guerra dei talebani ed è una delle maggiori fonti di entrate per i gruppi criminali e terroristici. Lo sostiene un rapporto dell’Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine (Unodc) presentato ieri a Londra. Secondo lo studio ‘The Afghan Opium Survey 2008’ c’è stata una diminuzione dell’ammontare di terra coltivata a oppio, un taglio della produzione e una contrazione dei prezzi, ma i talebani raccolgono ancora centinaia di migliaia di dollari dal traffico di droga. L’Unodc ha rilevato che quest’anno la diminuzione della terra coltivata a oppio è stata del 19 per cento rispetto al 2007, passando da 193mila a 157mila ettari. La produzione, inoltre, è calata di circa il 6 per cento, arrivando a 7.700 tonnellate. Gli introiti dei trafficanti per le esportazioni di oppio, morfina ed eroina sono passati da 4 miliardi di dollari dello scorso anno a 3,4 miliardi di dollari nel 2008. Il rapporto dell’Unodc ha poi sottolineato come quest’anno in Afghanistan un milione di poveri sia coinvolto nella coltivazione di oppio. ‘Con profitti così elevati legati alla droga non sorprende che la macchina da guerra degli insorti si sia rivelata così forte malgrado le azioni delle forze afghane e alleate’, ha detto il direttore dell’Unodc Antonio Maria Costa, affermando che gli sforzi dei talebani per manipolare il mercato dell’oppio potrebbero portare a una diminuzione della produzione anche nel 2009. ‘Poiché stanno accumulando oppio, hanno un guadagno massimo dal basso livello di produzione. Questo potrebbe far salire i prezzi’, ha spiegato Costa, chiedendo una maggiore assistenza internazionale per prevenire un disastro umanitario e consolidare le misure che hanno consentito di eliminare l’oppio in 18 su 34 province afghane. ‘La produzione e il traffico di droga sarebbero rallentati dalla distruzione di obiettivi di alto profilo come mercati, laboratori e convogli, come ha iniziato a fare l’esercito afghano appoggiato dalla Nato’, ha sottolineato Costa.