La produzione di oppio in Afghanistan sta calando, ha confermato oggi nella sede Nato di Bruxelles Antonio Maria Costa , il direttore responsabile dell’ufficio contro la droga e il crimine delle Nazioni Unite, presentando il rapporto annuale sulla droga afgana, ma si deve fare di piu’ per controllare il fenomeno. ‘I soldati della Nato dovrebbero essere piu’ attenti a questo tema, speriamo che nel futuro ci sia piu’ impegno, soprattutto sul controllo delle frontiere, perche’ la droga e’ la principale fonte di guadagno dei guerriglieri talebani e la produzione e’ maggiore nelle zone dove loro sono piu’ forti’. ‘La produzione e’ stata di 7.700 tonnellate scendendo del 6% rispetto allo scorso anno quando aveva toccato la quantita’ record di 8.200 tonnellate’. Interrogato sulle ragioni il direttore del coordinamento antidroga ha spiegato che sono riconducibili a due filoni: ‘L’ attivita’ delle amministrazioni locali, compresi i mullah che hanno cominciato a pubblicizzare la messa al bando della droga, sia coltivata che commerciata, da parte dell’autorita’ religiosa che finalmente comincia, almeno in parte, a essere seguita. La seconda sono state le condizioni climatiche che hanno reso piu’ difficile la coltivazione dell’oppio e degli altri prodotti, alzandone il prezzo, cosi’ da rendere piu’ remunerative le colture tradizionali’. Quella che preoccupa maggiormente e’ la quantita’ di oppio immagazzinata nel paese. A puntare l’attenzione su questo punto e’ stato, in un diverso incontro stampa, il rappresentante russo presso la Nato Dmitri Rogozin. ‘ Stimiamo che ci siano circa tremila tonnellate di eroina stoccate in Afghanistan, pronte a essere vendute in Europa: questa e’ una grande minaccia perche’ porterebbe moltissimi soldi, e quindi armi, ai taleban. Questo e’ uno dei motivi per cui non abbiamo sospeso la nostra collaborazione sull’Afghanistan con la Nato’.