La diffusione del narcotraffico in Afghanistan, che finanzia le milizie talebane, preoccupa l’Unione Europea. E’ quanto scrivono la Commissione Europea e il Consiglio dell’Ue a un’interrogazione parlamentare avanzata da alcuni eurodeputati sulla questione. Un testo firmato alcuni mesi fa dal capo della delegazione italiana nel gruppo dei Popolari al Parlamento Europeo Stefano Zappala’ (Pdl-Fi), dai due eurodeputati del Pdl-Fi Giuseppe Gargani e Marcello Vernola, nonche’ dai popolari Jaime Mayor Oreja e Klaus-Heiner Lehne. Nell’interrogazione si ricorda che “i Talebani finanziano le proprie attivita’ con l’oppio divenuto una fonte di sovvenzionamento” e che “le entrate provenienti dall’oppio finiscono nelle tasche dei Talebani e di Al Qaeda”.
In questo contesto, ricordano gli eurodeputati, “secondo alcune fonti internazionali un ruolo importante potrebbe avere la ‘piazza’ di Dubai”. “Il Consiglio – si legge nella risposta di questo organo dell’Ue – continua a nutrire gravi preoccupazioni per la situazione in Afghanistan”. Soprattutto, prosegue il testo, “attribuisce notevole importanza al coordinamento degli sforzi internazionali per aiutare l’Afghanistan nell’attuazione della strategia di controllo delle sostanze stupefacenti quale componente della strategia globale in Afghanistan”. La nota ricorda che, su un totale di 452 milioni di euro di contributo Ue all’Afghanistan, 61 milioni sono “per attivita’ rivolte alla riduzione dell’offerta di droga”. L’Unione Europea, inoltre “e’ impegnata a fornire un apporto significativo alla riforma della polizia attraverso la missione di polizia in Afghanistan” (Eupol).
“Non si puo’ ignorare – risponde dal canto suo il commissario europeo alle Relazioni Esterne Benita Ferrero-Waldner – che il traffico di oppio e’ direttamente correlato alla presenza dei talebani e all’insurrezione”. La responsabile Ue sottolinea che “la Commissione e’ del parere che per la comunita’ internazionale sia importante continuare a sostenere gli sforzi del governo afgano volti ad attuare la strategia nazionale di controllo della droga, e che nel tempo tale impostazione abbia le maggiori probabilita’ di consentire progressi duraturi”.