Siamo stati colpiti da questa pandemia all’improvviso e nelle cose più care: la vita, la salute, gli affetti, le relazioni, il lavoro. E vogliamo davvero uscirne, tutti. Non solo vivi, ma anche uniti e migliori. Questo non dipende solo dalla capacità di chi guida il paese e dall’impegno della comunità medica e scientifica. Ognuno di noi ha un ruolo da giocare, piccolo o grande che sia.
Con questo spirito la Coalizione Italiana Libertà e Diritti civili (CILD) a cui Forum Droghe aderisce ha pensato e lanciato il 14 dicembre scorso Amarsi un po’, una campagna a cui vogliamo già molto bene e che speriamo di veder crescere. Per raccontare e praticare la libertà e i diritti, partendo da chi li difende e li coltiva.
Ma cosa c’entra la libertà con la pandemia? Le limitazioni con cui dobbiamo confrontarci a causa del Covid-19 non sono proprio il contrario della libertà?
Se guardiamo bene i volti dei nostri protagonisti, scopriamo che non esiste libertà senza un’assunzione forte ed attiva di responsabilità, nei confronti di noi stessi e degli altri. Amarsi un po’ vuole riconoscere e celebrare l’ordinario coraggio, l’infaticabile lavoro, l’encomiabile esempio di donne e uomini liberi che fanno la loro parte per il bene comune. Che con i loro atti di generosità portano conforto e restituiscono fiducia indicandoci una via d’uscita. Amarsi un po’ è per loro e per ciascuno di noi. Per uscirne vivi, uniti e migliori. Nessuno escluso.
La campagna Amarsi un po’
Il punto di partenza della campagna è che in Italia, uno dei paesi più duramente colpiti dal Covid-19, oggi in gioco non ci siano solo il sopravvivere e il ripartire, ma l’opportunità di realizzare una transizione giusta in cui solidarietà e libertà, salute e dignità diventino fondamenta e cuore sia delle azioni pubbliche sia di quelle personali.
Amarsi un Po’ vuole raccontare i volti e le voci di un Paese che costruisce sulla solidarietà e l’unità il suo futuro. Per farlo si affida alla spontaneità del video racconto e ai foto-ritratti dei protagonisti.
La campagna ambisce a raccogliere, diffondere e amplificare le tante storie che mostrano la parte migliore del nostro Paese e testimoniano l’esistenza di un patrimonio collettivo cui rivolgersi per guardare in modo più positivo dentro e oltre la pandemia.
“Le imprese quotidiane di chi è impegnato sui tanti fronti di questa crisi ci indicano una strada, non solo per il presente ma anche per il futuro, fatta di coraggio, responsabilità e determinazione. E a questo patrimonio collettivo, che alimenta e rappresenta il meglio dell’Italia in questo momento epocale, va la nostra gratitudine” commenta Andrea Menapace, Direttore di CILD.
Le storie della campagna sono e saranno raccolte sul sito di Amarsi un po’.
Perché Amarsi ‘solo’ un po’?
Nel dare un nome a questa campagna, usando l’espressione Un po’, ci riferiamo anzitutto a “quel tanto che basta” al convivere civile. Un po’ che può essere fatto di piccoli gesti o di grandi imprese. Un po’ che può significare un grande sforzo per alcuni o una dimensione normale, naturale o istintiva per altri.
Un po’ che segnala anche una condizione minima necessaria di compassione – la cui mancanza, come evidenziato ancor di più dall’esperienza del Covid-19, è incompatibile con la tutela del bene comune che è la casa dei diritti e delle libertà di tutti – il diritto alla cura, al rispetto della dignità della persona, all’istruzione, al lavoro, al mantenimento di condizioni di vita dignitose, ad esempio.
Un po’ che vuole anche parlare alle obiezioni di chi giustamente contesta lo stereotipo dell’”Amore libera tutti”. La retorica del messaggio positivo con lo stampino, del buonismo che svuota la comunicazione di significato. A questo vogliamo con la nostra campagna contrapporre Un po’ vero, il racconto di atti, gesti, opere concrete e quotidiane che testimoniano un “affetto del fare”, ma anche un “effetto del fare”, perché sono reali e potenti nella loro capacità di migliorare concretamente la vita di ciascuno di noi. Crediamo però che la dimensione del fare, del progetto, dell’azione non possa essere separata dalla conversazione sul valore, sui fondamentali del vivere civile. Si tratta di armonizzare le due parti, senza scadere in retoriche vuote, creando un sottile equilibrio tra Un po’ dell’una e un po’ dell’altra appunto.