Un farmaco con lo stesso effetto antidolorifico della cannabis, ma senza il suo ‘sballo’: un traguardo non piu’ tanto lontano, dopo l’esperimento fatto da alcuni ricercatori del National Institute sull’alcolismo di Bethesda nel Maryland, che in laboratorio hanno riprodotto sia gli effetti analgesici che quelli di alterazione mentale indotti dalla cannabis. A spiegarne i dettagli e’ uno studio pubblicato sulla rivista ‘Nature chemical biology’.
La cannabis infatti e’ usata come antidolorifico per alleviare i dolori, ad esempio nel cancro, ma ha anche degli effetti collaterali, come allucinazioni e mobilita’ ridotta. Il team di ricercatori, guidato da Li Zhang, ha dimostrato che il tetracannabinolo (thc), il componente attivo della cannabis che da’ il senso di sballo e riduce il dolore, si attacca a vari bersagli molecolari sulle cellule per produrre questi due effetti.
Da tempo si sa che il thc fa andare su di giri le persone attaccandosi a un’ancora sulle cellule, nota come recettore cannabinoide di tipo 1 (cb1). I ricercatori hanno scoperto pero’ che il thc riduce il dolore attaccandosi invece ai recettori di un composto di glicina usato per i segnali cerebrali, aumentandone l’attivita’. Tramite esperimenti sui topi, hanno poi confermato che se manca il recettore della glicina o la sua attivita’ e’ bloccata da un altro farmaco, gli animali provano dolore anche con il thc sommniistrato, confermando cosi’ che l’azione analgesica e quella psicotropa possono essere scollegate l’una dall’altra. ‘Abbiamo scoperto che questo recettore della glicina – spiega Lhang – puo’ essere un bersaglio primario per lo sviluppo di cannabis non psicoattive ma con effetti analgesici’.