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Da questa settimana, i rilevatori di INDEC conducono un’indagine sul profilo del consumo di stupefacenti, alcol e tabacco in tutte le citta’ di oltre cinquemila abitanti. E’ un passo chiave e necessario per la riforma della cosiddetta “Ley de Drogas”. L’avvio del lavoro e’ stato confermato dal procuratore Monica Cunarro, che presiede un comitato di esperti convocati dal Ministero della Giustizia per la modifica della normativa, proprio quando si riaccende il dibattito sulla penalizzazione del possesso di stupefacenti per uso personale. “La settimana che viene parte il lavoro sul campo dei rilevatori dell’INDEC, che analizzeranno il profilo di consumo di sostanze tossiche illegali e legali, come le droghe, l’alcol e il tabacco”, ha precisato il magistrato. Ha poi aggiunto che le rilevazioni si svolgeranno nelle citta’ di cinquemila abitanti e rappresenteranno il 96% dell’Argentina, giacche’ il campione consiste nella raccolta di questionari distribuiti a oltre cinquantamila persone in tutto il Paese. L’operazione e’ un passo necessario per elaborare la mappa del consumo di droghe, ma anche per conoscere alcune condizioni socio-economiche delle persone colpite dal dramma della tossicodipendenza, come il tipo di casa in cui abita il drogato, se e’ disoccupato, l’entita’ del reddito e altro ancora. La signora Cunarro ha precisato che l’inchiesta sara’ elaborata nel corso del 2008, e servira’ da base per individuare le politiche pubbliche di prevenzione e assistenza, di cui si discute nella commissione creata per redigere un progetto di legge che non si focalizzi piu’ sulla punibilita’ del drogato, ma persegua il narcotraffico. Ad ogni modo, il dibattito e il lavoro appena avviati nella commissione avvengono nel bel mezzo della polemica dovuta all’intenzione del Governo nazionale di eliminare dalla legge attuale le clausole che criminalizzano il tossicodipendente. Cunarro ha assicurato che “nel comitato non esiste l’intenzione di liberalizzare il consumo di droghe, ma solo di non penalizzarlo, poiche’ questo schema non ha dato risultati, non e’ servito a nulla, e fa si’ che il 70% delle cause nei tribunali federali abbia per oggetto il possesso per uso personale”.
La riforma, stimolata dal ministro della Giustizia, Anibal Fernandez, ha provocato dubbi e resistenze nella Segreteria della Programmazione per la Prevenzione della Tossicodipendenza e la Lotta ail Narcotraffico (SEDRONAR). Il coordinatore del Comitat Scientifico di quest’organismo, Eugenio Nadra, ha avvertito che “non e’ il momento per un dibattito sulla depenalizzazione, poiche’ ogni giorno cresce il dramma dei ragazzi che consumano paco e cocaina, cresce l’abuso di alcol e tabacco in quanto sostanze che colpiscono la salute pubblica, cui si dovrebbero dedicare maggiori investimenti”. “L’elaborazione di un progetto di riforma va affrontato in modo serio e trasversale, che tenga conto, in primo luogoo, che si tratta di un problema sanitario, sociale e in ultima istanza legale”, ha spiegato la procuratrice Cunaro. Ha poi precisato che si sono tenute riunioni ufficiali con i funzionari dei ministeri dello Sviluppo Sociale, Sanita’, Lavoro ed Educazione per fare passi avanti nei programmi di prevenzione, assistenza e contenziosi riguardanti i drogati, e nel contempo discurere di depenalizzazione. “E’ un errore credere che la depenalizzazione sia l’ultimo passo di un processo. Bisogna prendere misure aggiuntive affinche’ il tossicodipendente abbia un’uscita e perche’ lo Stato focalizzi la sua politica criminale alla lotta al narcotraffico e non contro colui che ne e’ vittima, in generale persone con scarse risorse economiche, il cui unico contatto con lo Stato e’ la Polizia”, ha concluso.