Nove soldati thailandesi sono stati arrestati ieri con l’accusa di essere i responsabili dell’omicidio di 13 marinai cinesi, uccisi a inizio ottobre lungo il fiume Mekong, nella zona al confine tra Birmania e Thailandia, conosciuta come “Triangolo d’oro” e famosa per il narcotraffico. Lo ha riferito la polizia di Bangkok, aggiungendo che i militari arrestati avrebbero agito per conto di un signore della droga birmano. L’episodio risale allo scorso 5 ottobre.
La nave cargo su cui viaggiavano i cinesi fu assaltata e l’intero equipaggio ucciso con colpi di arma da fuoco dopo essere stato bendato con le mani legate. Le vittime furono poi ritrovate da militari thailandesi nella città portuale di Chiang Saen, dopo uno scontro a fuoco con i presunti assalitori e il ritrovamento di 900 mila pillole di metanfetamine.
Dopo che la sua produzione di oppio è stata debellata negli anni Novanta da un’efficace politica di repressione, il “Triangolo d’oro” – un’area di rigogliosa giungla tra Thailandia, Birmania e Laos – si è rilanciato negli ultimi anni come centro di produzione di droghe sintetiche, producibili a basso costo e fatte entrare di contrabbando in Thailandia, dove rappresentano un crescente problema sociale.