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Il numero di tossicodipendenti e di reati legati all’uso o allo spaccio di stupefacenti e’ in aumento in Cina, e la domanda non puo’ essere soddisfatta solo dalle sostanze che entrano nel Paese dal sud-est asiatico. Secondo i dati delle Nazioni Unite i consumatori di eroina sono aumentati in Cina rispetto ai dati del 2007 e i trafficanti di droga sono impegnati a diversificare le fonti di approvvigionamento, affiancando ai Paesi del Triangolo d’Oro anche l’Afghanistan, uno dei maggiori produttori di oppio a livello mondiale. L’aumento del giro di affari degli stupefacenti e’ confermato anche dai dati del ministero della Pubblica Sicurezza cinese, che per i primi sei mesi del 2013 calcolano 81mila persone finite in carcere per reati legati alla droga, un terzo in piu’ rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Anche i quantitativi di stupefacenti sequestrati dalle forze dell’ordine sono in aumento: l’eroina sequestrata in Cina da gennaio a giugno scorsi ammonta a 4,1 tonnellate, segnando un aumento del 12,5% su base annua, mentre si e’ piu’ che triplicata rispetto ai volumi del 2012 la quantita’ di ketamina sequestrata, a quota sei tonnellate. Sotto osservazione da parte della UN Office on Drugs and Crime – l’agenzia dell’ONU che ha compilato il rapporto sul traffico di droga nella regione – ci sono anche le riforme cinesi varate il mese scorso: i nuovi provvedimenti e l’avanzamento economico e infrastrutturale, spiega l’agenzia, potrebbero tornare a vantaggio dei trafficanti. “I network criminali che traggono vantaggio dal traffico di droga nel sud-est asiatico sono in buona posizione per avvantaggiarsi del processo di integrazione economica portato avanti con buone intenzioni” dal governo di Pechino, spiega la UNODC. Dopo un periodo di declino, dal 2006 la produzione di droga e’ tornata a crescere nel sud-est asiatico, a ritmi anche impressionanti, come in Myanmar dove secondo i calcoli dell’ONU, negli ultimi sette anni, i volumi sono aumentati del 169,6%: un’industria che vede impegnate 192mila persone. Proprio il miglioramento delle infrastrutture e una maggiore integrazione economica hanno favorito il ritorno di grandi quantitativi prodotti nella regione.
Per fermare il traffico di stupefacenti che entrano in Cina dal Triangolo d’Oro, Pechino ha da due anni istituito una task force con altri tre Paesi del sud-est asiatico, Thailandia, Laos e Myanmar, per pattugliare il Mekong e fornire assistenza alle imbarcazioni commerciali che solcano ogni giorno il fiume. Il China Daily in un reportage ha raccontato le operazioni degli agenti cinesi che dalla foce del Mekong, in Cina, arrivano fino al cuore del Triangolo d’Oro, Chiang Saen, sulla riva thailandese del lungo fiume che attraversa il sud-est asiatico. Tra i successi nella lotta alla droga – intensificatasi dal 2011, dopo la morte di tredici marinai cinesi per mano di un signore della droga birmano – il quotidiano cinese cita il sequestro di marzo scorso di quasi seicento chilogrammi di metanfetamina, per un valore commerciale di 500 milioni di yuan, circa 60 milioni di euro. La ripresa del traffico di stupefacenti non sembra destinata a diminuire, anche se con l’aumento della produzione, sono calati i prezzi e i guadagni per i produttori, spiega la UNODC: dallo scorso anno, il prezzo di un chilo di oppio e’ sceso del 4,2% a poco meno di cinquecento dollari.