Le misure di intervento del governo australiano nelle remote comunita’ aborigene del Territorio del nord, come la messa al bando dell’alcool e della benzina ‘sniffabile’ (che viene usata come droga ed e’ stata sostituita in commercio da benzina non volatile) possono fare ‘piu’ male che bene’, perche’ molte persone sono passate alla marijuana. Lo afferma uno studio della Scuola di Sanita’ ‘Menzies’ di Darwin, secondo il quale le restrizioni da poco introdotte ‘hanno ulteriormente alimentato il mercato della cannabis’. Questo ha creato nuovi problemi, molti dei quali sorgono in ambiente domestico, non fuori nella comunita’. Rispetto all’alcool la marijuana comporta rischi differenti per la salute, e’ piu’ difficile da regolare e ha un impatto piu’ immediato sulla violenza domestica e sull’incuria verso i minori, perche’ viene fumata in casa da uomini e donne in presenza dei bambini. Lo studio, pubblicato sull’Australian Journal of Rural Health, si basa su osservazioni condotte in comunita’ remote lungo un arco di sei anni. Secondo gli autori, le conclusioni si possono applicare a molti simili insediamenti, e le misure per combattere l’abuso di sostanze come alcool e droghe debbono essere riconsiderate, in consultazione con le comunita’ interessate. ‘Poiche’ il recente intervento del governo si e’ concentrato sul controllo delle forniture di alcool, senza comprendere le ragioni per cui le persone usano sostanze che alterano l’umore, i provvedimenti possono causare piu’ male che bene’, scrivono gli autori.