E’ emerso che l’autista dell’autobus che si e’ ribaltato a Vercelli aveva bevuto una birra nella pausa pranzo della gita. Tutti coloro che hanno usato questo tragico evento per manifestare le proprie idee sulla cannabis, senza sapere se effettivamente vi fosse intossicazione, siano coerenti e facciano altrettanto con la birra e con l’alcool. Espressioni come “canna killer” e “autista drogato” siano traslate anche all’alcool: “birra killer” e “autista alcolizzato”.
Sicuramente questo non avverra’, in quanto sono molti i proibizionisti che fanno uso di bevande alcoliche, i cui produttori costituiscono una delle lobby piu’ potenti nel Paese. Queste sono le contraddizioni macroscopiche e troppo poco evidenziate della strategia repressiva in atto. Poco importa se effettivamente il conducente era in stato di alterazione psicofisica per assunzione di stupefacenti o di alcool: cio’ che conta e’ che abbia fatto uso di cannabis, una sostanza illegale. Basta questo per condannarlo alla gogna come un killer drogato.
Guidare in stato di alterazione psicofisica e’ criminale, e legalizzare una sostanza o proibirne un’altra non cambia questo dato di fatto. La birra, il vino, gli psicofarmaci sono legali, ma mettersi alla guida dopo aver bevuto mezza bottiglia di vino rimane un atto criminale. Non dormire per tre notti di fila e’ legale, ma mettersi alla guida per 72 ore filate e’ criminale. Lo stesso vale e varra’ per la cannabis, legale o illegale.