In una nota pubblicata su Psycorenet, il Santo Daime Italia interviene sul recente inserimento dell’ayahuasca nella tabella delle sostanze stupefacenti del DPR 309/90 a seguito del decreto firmato dal Ministro della Salute Roberto Speranza. La Chiesa del Santo Daime è un culto religioso sincretico nato negli anni 30 del secolo scorso dall’incontro della religione cristiana con le tradizioni delle popolazioni amazzoniche. In particolare l’Ayahuasca viene utilizzata nelle cerimonie sacramentali del Santo Daime, come viene appunto chiamata la sostanza contenente DMT assunta durante i riti religiosi.
Il Santo Daime Italia, pur ritenendo il proibizionismo “qualcosa di diseducativo, e che ci possano essere delle vie di mezzo tra la totale liberalizzazione e la totale chiusura per le sostanze” punta il dito rispetto all’eccessiva diffusione della “moda” dell’ayahuasca: “seppur oltre al Santo Daime ci siano altri gruppi seri che fanno le cose fatte bene, purtroppo ci sono diversi altri gruppi non seri. Questi ultimi fanno queste attività a scopo di lucro, in modo non sicuro e non protetto, utilizzando anche modalità di marketing come pubblicità su internet con i prezzi (anche alti) o locandine su WhatsApp“.
“Logico che – continua il comunicato – in particolare noi delle chiese del Santo Daime siamo particolarmente coinvolti da questo provvedimento, perchè abbiamo una tradizione di trent’anni in Italia con centinaia di seguaci e migliaia di simpatizzanti”
Il Santo Daime sospende le pratiche religiose
L’ICEFLU, la Chiesa del “Culto della Fluente Luce Universale” annuncia quindi la sospensione delle proprie pratiche religiose: “dato che la trasparenza e la legalità sono sempre state un punto di forza dell’ICEFLU, ci vediamo costretti a sospendere le nostre pratiche religiose. Quindi sono centinaia le persone che, abituate tutti i mesi e tutte le settimane a partecipare alle loro pratiche religiose, non possono più esercitare la loro libertà di culto. Questo, da un altro punto di vista, è sicuramente una cosa grave, che crea un danno che non ha prezzo, inestimabile.”
Il Santo Daime sottolinea infine come “il decreto non abbia tenuto in considerazione quelli che sono gli usi controllati, che hanno rischi minimi, se non nulli, per la salute e per l’ordine pubblico, in particolare. Sicuramente cercheremo di lavorare per far valere i nostri valori e i nostri diritti, in particolare anche mostrando che ai nostri lavori spirituali, che realizziamo da trent’anni in Italia con il coinvolgimento di centinaia di persone (ad esempio nel 2008 ad Assisi e nel 2015 a Reggio Emilia abbiamo fatto dei lavori con più di 300-350 persone contemporaneamente) non abbiamo avuto problemi di nessun tipo, né di salute né di ordine pubblico.”
Per l’ICEFLU è dunque “necessaria una protezione legale dell’uso rituale del sacramento Santo Daime nel contesto religioso controllato dei nostri lavori spirituali, dato che, essendo minimi i rischi per la salute e per l’ordine pubblico, deve essere preservato il diritto costituzionale alla libertà di culto“. Deroghe alla legge sugli stupefacenti sono presenti per gli usi rituali in “Brasile, Perù Stati Uniti e Canada“.