A pochi giorni dalla fine di un anno difficile in cui il presidente Hamid Karzai ha ottenuto un secondo mandato fra mille polemiche, il governo afghano tira le somme di un giro di vite nella lotta ai trafficanti di droga, soprattutto di oppio ed eroina, che ha portato da gennaio all’arresto di oltre 600 persone, la meta’ delle quali (315) condannate a periodi piu’ o meno lunghi di carcere.
Al riguardo il generale Daud Daud, vice ministro dell’Interno per la lotta al narcotraffico, ha dichiarato all’Ansa che ‘dall’inizio del 2009 la polizia antidroga ha realizzato 200 operazioni in giro per il Paese in cui sono state arrestate 655 persone’. Daud non ha nascosto che ‘tra i trafficanti arrestati c’erano funzionari governativi’.
Si e’ trattato di una campagna contro la coltivazione del papavero che ha permesso di distruggere anche 70 laboratori di produzione dell’eroina per lo piu’ nell’Afghanistan sud-orientale, ha detto il viceministro, aggiungendo che sono state sequestrate ‘101 tonnellate di oppio, due di eroina, 23 di hashish e 126 di sostanze chimice’. ‘Il valore delle droghe sequestrate – ha concluso con orgoglio – e’ di oltre 100 milioni di dollari’.
Da parte sua Mehru Hamid, capo della task force della giustizia criminale, ha detto all’ANSA che ‘nel 2009 ben 315 persone accusate di traffico di di droga o di collaborazione con trafficanti sono state condannate a pene detentive di diversa durata’. Tra di loro vi sono nove cittadini stranieri provenienti da Uganda, Nigeria, Iran e Pakistan.
‘Sono finiti in prigione anche almeno 20 funzionari del governo, fra cui tre appartenenti al ministero delle Miniere – ha aggiunto – e non mancano uomini delle forze di sicurezza, della polizia, dei servizi segreti e perfino ufficiali antidroga provinciali’.
Nonostante il raggiungimento di questi traguardi, la lotta alle coltivazioni di oppio e alla produzione di droga rimane una delle sfide chiave per il governo afghano e per la Comunita’ internazionale.
L’agenzia dell’Onu contro la Droga e il Crimine (Unodc) ha stimato che, nel 2009, 800.000 afghani abbiano abbandonato la coltivazione del papavero da oppio. Il capo dell’Unodoc, Antonio Maria Costa, ha detto che se questo cambiamento si consolidera’, sara’ un bene per il paese. ‘Negli ultimi due anni e’ avvenuto un importante cambiamento – ha detto Costa – perche’ nessun paese puo’ sperare di costruire il suo futuro politico e di sviluppo su un’attivita’ illegale’.
‘La cosa importante – ha concluso – e’ che non parliamo di un paese che sta diventando piu’ povero perche’ l’oppio non viene piu’ coltivato in molte province, bensi’ assistiamo ad una crescita economica, che si allontana dall’oppio illegale per passare alla coltivazione di frumento, mais e zafferano’.
A sostegno di questa tesi, il ministro della Lotta al narcotraffico, generale Khudaidad, ha detto che il numero di province libere dalla coltivazione di oppio e’ aumentato, nell’ultimo anno, da 18 a 20, sulle 34 che conta l’Afghanistan.