Alla 66esima sessione della Commissione Onu sulle droghe, CND, la Bolivia ha annunciato di voler attivare le procedure per la declassificazione della foglia di coca dalle tabelle della Convenzione sugli stupefacenti del 1961. L’annuncio è stato dato dal vice ministro degli Esteri, Freddy Mamani durante un incontro a margine della plenaria e intende “riparare un errore storico” e ottenere la rimozione della coca dall’elenco degli stupefacenti.
La richiesta di revisione sarà formalizzata a maggio e il processo dovrebbe durare due anni in cui il comitato di esperti sulle droghe e le dipendenze dell’Organizzazione Mondiale della Sanità dovrà prepare della raccomandazioni per la CND sulla base di studi e documenti forniti da governi e società civile
“Questa iniziativa dovrebbe contribuire a una necessaria riflessione sulle incongruenze e le ingiustizie che persistono nell’attuale regime di controllo della droga” ha detto Mamani ricordando che il cambiamento nella classificazione della foglia di coca non implicherebbe in alcun modo un cambiamento nel controllo e nelle restrizioni in vigore ma, allo stesso tempo, le restrizioni esistenti “ostacolano il potenziale mercato internazionale dei prodotti a base di coca”.
Il vicepresidente boliviano David Choquehuanca che ha preso la parola in plenaria ha chiesto che venga rispettato il legittimo diritto che i popoli hanno all’accesso “tradizionale, nutrizionale, terapeutica, rituale, industriale e commerciale della foglia di coca nel suo stato naturale”.
“Per sei decenni l’Occidente è intervenuto nella coltivazione della foglia di coca attuando programmi di eradicazione per crimini che [la foglia] non ha mai commesso”
La Convenzione del 1961 riconosce la foglia di coca come stupefacente, vietandone consumo e masticazione. La coca è da sempre inclusa nell’elenco dei narcotici. Tuttavia, l’articolo 49 della Convenzione unica stabilisce che “qualsiasi (Stato) parte di tale Convenzione può riservarsi il diritto di autorizzare temporaneamente in uno qualsiasi dei suoi territori” .
Alla Bolivia si è unita la Colombia che a Vienna era presente con la Vice Ministra per gli Affari Multilaterali, Laura Gil, che è intervenuta per condividere il nuovo approccio alla politica sulle droghe proposto dal governo del Presidente Gustavo Petro – un approccio che privilegia i diritti umani e le popolazioni che da secoli coltivano la foglia di coca.
“La Colombia è stanca di contare i morti e di perseguitare i suoi contadini in questa fallita guerra alla droga. Questo fallimento della guerra alla droga non rappresenta un debito insoluto della Colombia, incarna un debito del regime internazionale della droga con il mondo”, ha affermato la viceministra durante il suo intervento.
La Colombia ha sempre seguito rigorosamente il modello proibizionista, ma nonostante ciò ha detto Gil “ci sono aumenti storici della produzione […] Più di un milione di ettari sono stati eradicati manualmente, più di 70.000 infrastrutture e laboratori sono stati individuati e distrutti per produrre cocaina ed eroina” ma “nonostante un investimento non quantificabile in risorse umane ed economiche, oggi la produzione di cocaina è al suo apice e il World Drug Report 2022 indica che circa 284 milioni di persone nel mondo consumano qualche tipo di sostanza” La Colombia si è quindi appellata ai paesi dove si concentra la domanda chiedono loro di re la loro parte “Non hanno fatto abbastanza per impedire l’uso di sostanze illecite”.
La Colombia quindi intende concentrare la nuova politica antidroga contro il grande narcotraffico mentre per chi usa sono previste “pene alternative e giustizia riparativa e terapeutica e l’inclusione sociale”.
La Colombia era stata cruciale, insieme al Guatemala, ad anticipare al 2016 la Sessione speciale dell’Assemblea Generale dell’Onu sulle droghe avanzando argomenti simili a quelli ripetuti in questi giorni a Vienna.
Il vicepresidente Choquehuanca ha invitato i paesi membri della CND ad accompagnare il processo di revisione critica dell’attuale classificazione della foglia di coca come stupefacente nella Tabella 1 che la Bolivia avvierà alla luce delle prove scientifiche recenti, delle metodologie oggettive e verificabili da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e del Comitato di Esperti in Farmacopea.
Come già accaduto per la riclassificazione, anzi cancellazione, della cannabis dalla tabella IV della convenzione del 1961, la palla adesso passa a Ginevra nella speranza che scienza e buon senso possano prevalere anche per la foglia di coca.