La piu’ estesa campagna antifumo messa in campo nello Stato Usa della California ha permesso di risparmiare, in 15 anni di attivita’, ben 86 miliardi di dollari in potenziali spese sanitarie. In pratica, hanno calcolato i ricercatori dell’universita’ di San Francisco, l’iniziativa ha fruttato circa 50 volte l’investimento iniziale di 1,8 miliardi. “I benefici del programma sono arrivati subito e in maniera estesa”, commenta su ‘Plos Medicine’ Stanton Glantz, direttore del Center for Tobacco Control Research and Education dell’ateneo californiano. Il successo della strategia antifumo, asseriscono gli scienziati, dipende dall’aver scelto come obiettivo gli adulti e non gli adolescenti. E dall’aver puntato su un’aggressiva campagna contro il consumo di tabacco sia sui media che attraverso un cambiamento delle misure antifumo, tra cui la promozione degli ambienti ‘smoke-free’. “Quando si punta a far smettere le persone adulte si possono osservare immediati benefici in termini di riduzione delle patologie cardiache. E a uno o due anni riflessi consistenti anche sull’incidenza di tumori e malattie respiratorie”. In base alle proiezioni, il programma californiano ha evitato la vendita di circa 3,6 miliardi di pacchetti di sigarette, sottraendo alle casse delle multinazionali del tabacco piu’ o meno 9,2 miliardi di dollari tra il 1989 e il 2004. Numeri che, a detta dei ricercatori, piu’ di ogni altro argomento dovrebbero indurre altri Stati a stelle e strisce a seguire l’esempio della California. Anche per contrastare le contromosse dell’industria del settore che ogni anno investe circa 13 miliardi di dollari per cercare di attirare nella rete del fumo nuovi clienti. Per quantificare i benefici per la salute dei cittadini, e i risparmi in termini di cure sanitarie, gli statistici hanno sviluppato un modello matematico in grado di mettere in relazione la spesa pro-capite per l’acquisto delle sigarette con i costi sanitari nell’arco di tempo compreso tra il 1980 e il 2004.