I cannabinoidi sono noti dal punto di vista terapeutico soprattutto per i loro effetti sul sistema nervoso, ma è pur vero che i recettori dei cannabinoidi sono ampiamenti diffusi nell’organismo umano. Se ne ritrovano, tra le altre, sulle cellule immunitarie, endocrine, del sistema riproduttivo e anche cardiovascolare.
Per tale motivo i costituenti attivi della Cannabis influenzano questi sistemi e, come riassunto in una rassegna pubblicata sulla rivista Cardiovascular Therapeutics, potrebbero avere un ruolo nella gestione di certe patologie cardiovascolari, come l’aritmia (battiti irregolari del cuore) e l’ischemia. Studiosi della Hadassah Hebrew University Medical Center in Israele e del Massachusetts General Hospital a Boston hanno rivisto i dati preclinici a riguardo, e hanno riferito: “Il sistema endocannabinoide svolge un ruolo fisiologico nel sistema cardiovascolare. Questo sistema è coinvolto nella modulazione dei processi infiammatori cardiaci, nel mantenere l’omeostasi emodinamica [cioè l’equilibrio interno, n.d.r.] e nel controllo del ritmo. Non sorprende, quindi, che i cannabinoidi offrano opportunità di intervento per modificare l’andamento di patologie cardiovascolari. Questo nel caso di danni da riperfusione ischemica, ove c’è l’evidenza che attivando il sistema cannabinoide si possono prevenire i danni ischemici e l’aritmia. Questo anche nel caso dei meccanismi di controllo del ritmo, dove alcuni studi indicano potenziali proprietà antiaritmiche per i cannabinoidi, e questo infine in caso di insufficienza cardiaca”.
Gli Autori concludono :”L’evidenza di un ruolo potenziale dei cannabinoidi in varie patologie cardiovascolari, assieme ai dati di sicurezza derivanti da vari studi clinici, indicano che è il momento di provarne l’efficacia nelle varie specie e di proseguire con sperimentazioni nell’uomo”.
Francesco Crestani, presidente dell’Associazione Cannabis Terapeutica
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