In vista delle elezioni presidenziali di novembre, il Comitato Nazionale dei Democratici ha ufficialmente inserito la riforma delle leggi sulla cannabis nella piattaforma programmatica. Durante la Convention democratica, infatti, il Comitato Nazionale, organo deputato all’elaborazione del programma politico, ha annunciato come il Partito Democratico avrebbe preso posizione sulle questioni legate alla normalizzazione delle leggi sulla cannabis negli Stati Uniti, posizione che include la depenalizzazione del possesso, l’abbattimento delle barriere che impediscono ad oggi lo studio dei benefici terapeutici dei cannabinoidi, l’eliminazione della minaccia della proibizione che pende sugli stati decidono di sostenere la nascita di un mercato legale sulla cannabis ed i suoi derivati.
Nel documento approvato, il Partito Democratico sostiene con forza il processo di legalizzazione della cannabis con queste parole: “Crediamo che gli stati debbano essere i laboratori di democrazia per le questioni correlate alla marijuana e quegli stati che vogliono decriminalizzare la cannabis debbano essere nelle condizioni di poterlo fare. Sosteniamo le politiche che consentiranno più ricerche sulla marijuana così come sosteniamo la riforma delle nostre leggi affinchè si permetta al mercato legale della marijuana di esistere senza incertezze. Riconosciamo come le attuali leggi sulla marijuana abbiano creato un ormai inaccettabile e discriminatorio impatto nella società, con arresti, tra la popolazione afro americana, per il semplice possesso sproporzionatamente superiori rispetto agli arresti per la stessa condotta riscontrabili tra i bianchi”.
Per tutti i quattro giorni della Convention democratica, si è dibattuto, nelle riunioni di commissione e nei corridoi, della materia e, grazie alla presenza costante delle principali organizzazioni non governative pro-cannabis e la testardaggine dei delegati che fanno riferimento a Bernie Sanders, il candidato sconfitto da Hillary Clinton, l’emendamento sulla marijuana è stato definitivamente approvato. Il percorso per una definitiva legalizzazione della cannabis è unanimamente considerata una vittoria di Sanders e dei suoi sostenitori al punto da valutare l’intera piattaforma come “eccezionalmente progressista”, agli occhi degli osservatori ed analisti presenti. Il momento di massima visibilità mediatica vi è stato quando una trentina di attivisti hanno fatto sfilare due spinelli gonfiabili lunghi 15 metri ciascuno per circa 5 chilometri, dal municipio di Filadelfia all’ingresso della Convenzione democratica con le scritte “Legalizzatela”, “Declassificate la marijuana”, “Fermate la razzista guerra alla droga ora!”.
La piattaforma programmatica democratica approvata alla Convenzione, in sostanza, chiede al Governo Federale di considerare gli stati “laboratori di democrazia” liberi di sperimentare forme di legalizzazione della cannabis e di rimuoverla dalla Tabella 1 della legge sugli stupefacenti. Le droghe in quella tabella, che includono eroina e Lsd, sono considerate prive di efficacia terapeutica; la legge federale ne vieta il possesso e i ricercatori devono fare i salti mortali per ottenere l’autorizzazione a studiarle e ottenerne piccoli campioni. La presenza della cannabis in quell’elenco è profondamente sbagliata, visto che molti scienziati e lo stesso Presidente Obama hanno detto che non è più pericolosa dell’alcol.
Nelle settimane seguenti la Convenzione, la DEA, l’agenzia federale antidroga facente capo al Dipartimento della Giustizia degli Stati Uniti, ha rigettato due distinte petizioni – una dei Governatori degli Stati del Rhode Island e di Washington, e l’altra di un cittadino del New Mexico – che chiedevano l’eliminazione della cannabis dalla Tabella 1 della legge sugli stupefacenti. In risposta a questa decisione, Hillary Clinton ha dichiarato che, se eletta Presidente, la declassificherà.
“La marijuana è già usata come farmaco in parecchi stati del Paese ed ha un potenziale terapeutico enorme”, ha dichiarato un membro dello staff della Clinton. “Come è stato già detto in questa campagna, renderemo più semplice studiare le proprietà terapeutiche per meglio comprenderne i benefici potenziali così come gli effetti. Come Presidente, Hillary realizzerà un importante passo avanti declassificando la cannabis ed inoltre garantirà al Colorado ed agli altri stati che hanno promulgato leggi analoghe di poter continuare ad essere laboratori di democrazia”.