Tra i tanti effetti della cannabis sull’organismo potrebbe esserci anche quello di alleggerire il girovita dei suoi estimatori. Almeno secondo i dati raccolti da un nuovo studio francese pubblicato sull’American Journal of Epidemiology’. Per i ricercatori dell’Institut National de la Sante’ et Recherche Médicale (Inserm), i tassi di obesita’ per chi fuma almeno tre volte a settimana gli spinelli sono inferiori del 33% rispetto a coloro che non si avvicinano neanche lontanamente alla marijuana.
“Un legame che pero’ non va tradotto – avverte lo studio – nella facile equazione tra consumo d’erba e perdita di peso. Perche’ sono molti i fattori ad influenzare negativamente o positivamente l’obesita’. Non solo gli spinelli”.
I ricercatori hanno analizzato i dati di due indagini effettuate su circa 52.000 americani. Nella prima hanno scoperto che l’obesita’ colpiva il 22% di coloro che non fumavano cannabis rispetto invece al 14% dei consumatori regolari. La seconda indagine ha rilevato che il 25% dei non fumatori era obesi, rispetto al 17% di quanti ne facevano uso abituali. “Qualunque sia la spiegazione per il legame tra marijuana e obesita’ – afferma lo studio – e’ improbabile che la cannabis possa sostituire una dieta efficace.
Infatti altre ricerche hanno dimostrato che fumare marijuana aumenta l’appetito, almeno nel breve termine”.
Come spiegano gli scienziati questo rapporto tra il consumo di spinelli e una riduzione dell’obesita’? Dai dati emersi dall’indagine “non c’e’ una spiegazione unica. Si possono avanzare solo ipotesi – avvertono – come ad esempio l’effetto di un farmaco a base del principio attivo della cannabis, il tetraidrocannabinolo (Thc), che si e’ dimostrato utile nel diminuire l’appetito. Ma ha diversi effetti collaterali”.
“Un altro motivo – suggerisce lo studio – potrebbe essere dovuto all’effetto ‘sostituzione’. Ovvero i fumatori potrebbero trovare nell’uso della marijuana piu’ soddisfazione rispetto al cibo. E quindi diminuire le portate a tavola. O forse – conclude la ricerca – la risposta e’ nel cannabidiolo (Cbd), un metabolita della marijuana, che potrebbe abbassare la fame potenziando invece l’efficacia analgesica e calmante del Thc, prolungandone anche la durata d’azione”.
“Non credere alle scorciatoie” e non pensare che l’epidemia di sovrappeso e obesita’ si possa combattere a boccate di fumo. Fumare, sigarette o spinelli, provoca “danni dimostrati e come sempre e’ necessario un calcolo rischi-benefici”. Cosi’ il farmacologo Silvio Garattini, direttore dell’Istituto Mario Negri di Milano.
Secondo Garattini, “bisogna innanzitutto chiarire se il minor tasso di obesita’ segnalato tra i fumatori di cannabis sia da ricondurre allo spinello in se’, o ad altri fattori concomitanti. Per esempio, se nel campione coinvolto ci fossero persone depresse, il minor peso potrebbe essere associato a una perdita dell’appetito causata dalla depressione”. D’altra parte, c’e’ anche da considerare ‘l’effetto-ricompensa’ legato al fumo. “E’ vero – osserva infatti lo scienziato – che il fumo spesso sostituisce l’assunzione di cibo”, tanto che all’opposto chi tenda di liberarsi dal ‘vizio’ rischia di ingrassare. “E comunque bisogna sempre pensare ai danni del fumo e metterli sull’altro piatto della bilancia”, ribadisce Garattini.
Anche a questo proposito, il farmacologo ricorda il caso del rimonabant: la molecola, che agisce sul sistema dei cannabinoidi endogeni normalmente prodotti dal nostro organismo, era stata approvata anche in Italia contro l’obesita’ e la sindrome metabolica.
Ma nel 2008 la pillola e’ stata ritirata dal mercato perche’ “faceva si’ diminuire il peso corporeo, pero’ provocava tutta una serie di disturbi di tipo psichico”. Insomma, conclude Garattini, “il messaggio e’ quello di non credere alle scorciatoie: per dimagrire, lo sanno tutti, il modo migliore e’ mangiare meno e meglio e fare piu’ sport”.