E’ di pochi giorni fa l’annuncio del Ministro alla Pubblica Sicurezza del governo israeliano Gilad Erdan di un cambio di rotta rispetto alla repressione dell’uso di marijuana.
Erdan ha annunciato un progetto di revisione legislativa con un approccio più pragmatico al tema droga, seguendo il filo delle nuove politiche sulla cannabis che, se non sono ancora radicalmente cambiate a livello mondiale, hanno registrato a livello nazionale – in primis negli USA – in questi ultimi anni numerose novità.
Entro tre mesi, secondo Erdan, non si rischierà più arresto e processo per aver fumato cannabis: il colpevole sarà solo oggetto di una multa. “La polizia sarà così in grado di reindirizzare le risorse – ha dichiarato Erdan – smettendo di colpire i consumatori di marijuana e concentrandosi invece sulle droghe pericolose”.
La scelta, che dovrà essere confermata dal Governo nelle prossime settimane, è di fatto l’adozione delle raccomandazioni di un panel di esperti che nei mesi scorsi ha esaminato la questione e permetterà a quasi 1 milione di consumatori di cannabis israeliani di non essere più oggetto di criminalizzazione.
Certo non si tratta della “rivoluzione” della marijuana di “Stato” dell’Uruguay di Mujica, nè di quella voluta dai referendum negli stati americani (dal 2012 Alaska, California, Maine, Massachusetts, Nevada, Oregon e Washington DC hanno approvato la legalizzazione della cannabis per uso ricreativo), ma un priccolo passo in avanti verso una politica sensata sulle droghe ricreative per Israele, da tempo invece impegnato con la sua industria medica a sviluppare conoscenze e applicazioni della cannabis medica.