Per la prima volta il settimanale britannico “The Economist” ha scelto il “Paese dell’anno”, cosi’ come altri designano l’uomo o la donna dell’anno. Mentre il settimanale americano “The Time” ha recentemente scelto il papa Francesco, “The Economist” consacra l’Uruguay come il Paese dell’anno 2013.
Nel suo editoriale, che non manca del tipico british humor, il settimanale spiega e giustifica molto seriamente la propria scelta. Scartando altre opzioni, sottolinea minuziosamente le difficolta’ della vicenda.
E alla fine, l’Uruguay, in virtu’ della legalizzazione della cannabis, merita il titolo. La nuova legge uruguayna conferisce allo Stato il controllo di produzione e commercializzazione della marijuana.
“Se altri Paesi seguissero questo esempio, e se altre droghe fossero incluse nella lista, i danni che queste provocano nel mondo sarebbero drasticamente ridotti”, scrive “The Economist”. Le autorita’ potrebbero concentrare i propri sforzi su fatti piu’ gravi che non il consumo di cannabis.
Il settimanale evoca in modo particolare la modestia del presidente uruguayano, José Mujica, che, con sincerita’ (virtu’ rara per un uomo politico), presenta la legalizzazione della marijuana come “un esperimento”. E conclude, con il miglior spagnolo che si possa parlare a Londra: Felicitaciones!