Il Lesotho è una piccola nazione completamente circondata dal Sud Africa. Senza altri sbocchi è sempre stato dipendente economicamente e politicamente dallo stato sudafricano. Particolarmente negli ultimi anni dell’apartheid diventò quasi uno “stato fantoccio” a seguito del colpo di stato del 1988, dopo che per anni aveva dato rifugiio ai guerriglieri dell’Africa National Congress.
Nonostante la carenza di sbocchi commerciali diretti il Lesotho primeggia nella produzione e commercio di marijuana. “La cannabis è coltivata quasi ovunque nel Paese”, aveva rilevato – già nel 1999 – un rapporto dell’UNESCO, che sottolineava come l’industria illegale è uno dei principali settori dell’economia in un paese afflitto dalla povertà (circa il 40% della popolazione vive con meno di 1,25 dollari USA al giorno). Gran parte del commercio di cannabis ha come destinazione finale l’unico vicino del Lesotho, il Sudafrica.
Il governo nazionale ha recentemente dimostrato di voler portare l’attività fuori dall’illegalità, assegnando due licenze per la coltivazione e la vendita di cannabis per uso terapeutico. Uno di queste è stata assegnata alla società Verve Dynamics che ne ha dato notizia sul proprio profilo facebook. La società, con sede a CapeTown in Sud Africa ha già annunciato l’avvio di una coltivazione piante ad alto contenuto di CBD. Sarà la prima coltivazione legale di cannabis ad uso medico in Africa.
Si tratta di un primo passo, anche se è tutta ancora da intraprendere la strada della regolamentazione legale della cannabis. Una riforma che potrebbe coinvolgere la vasta rete di agricoltori e “commercianti” locali che hanno abbandonato le colture locali per la più remunerativa coltivazione della marijuana da destinare al mercato nero. Secondo le stime UN significherebbe l’emersione di circa un terzo del PIL del Lesotho.