“Noi siamo i malati a cui ha detto di “aspettare che le piantine stanno crescendo” in un servizio a Le Iene sulla cannabis terapeutica. Noi siamo i malati a cui sta saltando qualsiasi continuità terapeutica perchè non abbiamo più i farmaci con cui ci stiamo curando. Noi siamo i malati che, se non si farà nulla, faranno un bruttissimo Natale tra dofferenze, crisi epilettiche e chissà quali altre patologie potrebbero essere non più controllabili in questo mare di farmaco-resistenti. Noi siamo i malati che in questo momento stanno correndo a destra e a sinistra cacciando l’ultimo grammo di un Bedica, una Bedrolite o un Bediol ormai introvabili.“
Così inizia la lettera appello inviata al Ministro Lorenzin dal Comitato Pazienti Cannabis Medica in queste ore. Come già denunciato più volte, e solo giovedì scorso al Senato, viene disattesa per i malati che si curano con la cannabis qualsiasi certezza di continuità terapeutica. Le importazioni, troppo scarse, sono ormai bloccate da mesi e non sono riuscite comunque a sopperire ad una domanda di cura crescente.
A rischio la continuità terapeutica
La situazione è talmente grave che rischia di essere un Natale tragico per molti pazienti italiani. Stiamo parlando di tanti bambini a rischio di crisi epilettiche, non più sotto controllo senza continuità di cura. Ma anche di molti, troppi, malati di dolore cronico che non troveranno più conforto nell’affrontare le giornate in assenza di terapia.
“Per questo – continua la lettera alla Ministra della Salute – le chiediamo di richiedere una importazione di urgenza ed emergenza al fine di porre rimedio a questa reale emergenza sanitaria che si è abbattuta su un numero enorme di persone, da bambini ad anziani, che non possono essere abbandonati in questo stato... L’importazione è necessaria e fondamentale per noi in quanto la produzione assicurata dallo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze non ci copre per quantità e soprattutto per tipologia.”
L’unica possibilità di cura dal mercato illegale?
Le importazione sono state infatti sottostimate nel corso di quest’anno, mentre per il prossimo sono state riviste al rialzo ma in quantità tale che già si prevede di finire le scorte poco dopo l’inizio della primavera. Il comitato si chiede allora se l’unica soluzione non sia rivolgersi al mercato illegale:
“Non vogliamo rivolgerci ed alimentare il mercato illegale, ma molti di noi arriveranno, mossi dalla disperazione a farlo, lo trova giusto? Esporre un malato a tali gesti di disperazione? Con la quasi sicurezza della mancanza del risultato terapeutico ricercato e la sicura esposizione a rischi legali e di salute.”
La richiesta di dignità che arriva dai pazienti
L’emergenza sanitaria che stanno vivendo i pazienti che si curano con la cannabis medica è ben spiegata nelle parole di Santa Sarta, Elisabetta Biavati e Maria Assunta Vispi al convegno dell’Associazione Canapamo a Bastia Umbria, che trovate in questo video pubblicato su Facebook.
La lettera del neonato comitato si chiude con un richiamo alla dignità:
“Noi siamo i malati che con la cannabis medica si curano e vogliono continuare a farlo senza elemosinare il diritto ad una continuità terapeutica, a non dover peregrinare per trovare il nostro farmaco e non perdere la dignità nel nostro dolore, nelle nostre crisi e in tutte le nostre patologie.”
Risulta evidente che la situazione in cui si stanno trovando le migliaia di pazienti italiani che si curano con la marijuana terapeutica sia spiegabile solo dall’ignavia della politica e dal disinteresse della burocrazia. L’augurio è che l’appello del comitato possa esser raccolto, se non dalla Ministra, almeno in qualche stanza al piano rialzato del Ministero.
Aggiornamento 14 dicembre 2017
Niente da fare, neanche al piano rialzato del Ministero. La risposta giunta in queste ore e resa nota dal comitato è degna della fama della burocrazia del nostro paese. La riportiamo qui sotto perchè ognuno possa giudicarla.