Nuovo record di arresti per possesso personale di cannabis nella Grande Mela. Secondo il rapporto annuale del dipartimento Giustizia di New York City, nel 2009 la NYPD ha arrestato 46.000 cittadini per il semplice possesso o consumo di marijuana in pubblico, una crescita del 4.600% rispetto al 1990.
Il 54% degli arrestati è afroamericano, il 33% ispanico, e solo il 10% è di razza bianca. Questo nonostante quasi la metà della popolazione di New York sia bianca.
Commentando i dati, il docente di sociologia del Queens College Harry Levine, ha detto all’associazione Norml che “la polizia ha arrestato cittadini afroamericani per possesso di cannabis ad un tasso sette volte superiore ai bianchi”. Inoltre, nota Levine, il 90% degli arrestati è di sesso maschile, e oltre il 50% ha meno di 26 anni. Per quasi tutti i 46mila arrestati, l’incriminazione per possesso di cannabis era il primo guaio con la giustizia penale.
Nonostante il possesso di cannabis non costituisca un reato nello Stato di New York, se la cannabis è rinvenuta in luogo pubblico le autorità possono procedere con l’arresto e l’imputazione di un reato.
Uno studio del professor Levine, condotto insieme a Deborah Small per la New York Civil Liberties Union, rivela che la polizia di New York City ha arrestato oltre 400mila cittadini in quest’ultimo decennio.
Funziona così. La polizia ferma un giovane sospetto e minaccia la perquisizione. Il giovane, che non conosce i propri diritti e non sa che quella perquisizione sarebbe illegale, è invitato a consegnare quello che ha in tasca con la promessa che si chiuderà un occhio. Ma nel momento in cui estrae all’aperto la cannabis, una semplice violazione amministrativa diventa un reato. “La polizia di New York City sta conducendo una campagna di intimidazione e inganna decine di migliaia di giovani a consegnare volontariamente la marijuana in loro possesso. Ma quando i giovani fanno così, vengono subito ammanettati, arrestati e passano almeno 24 ore nelle galere della città”, spiega Levine.