Dal 1 gennaio 2018 è entrato in vigore il regime di regolamentazione legale della cannabis ricreativa in California. Sono poco meno di 100 i negozi che hanno aperto le loro porte ai primi acquirenti legali di marijuana per suo diverso da quello medico. Dal 1996 infatti la California ha aperto la strada alla legalizzazione della cannabis terapeutica, approvando il primo referendum in tal senso. Oggi finalmente il cerchio si è chiuso con l’applicazione del dettato del referendum del 2016, che ha legalizzato anche gli usi ricreativi dei derivati della pianta di cannabis.
Customers line up at the counter to purchase marijuana at Harborside in Oakland, Calif., on Monday, Jan. 1, 2018. Residents of California can now legally purchase recreational marijuana. The store opened their doors at 6 a.m. to a crowd of over 250 people. #marijuana #cannabis pic.twitter.com/uyzHwRezLA
— Jose Carlos Fajardo (@jcfphotog) 1 gennaio 2018
Il Bureau of Cannabis Control della California – l’agenzia che supervisiona il processo di rilascio delle licenze per rivenditori, distributori, e laboratori nello stato – ha iniziato a rilasciare licenze temporanee per le aziende a metà dicembre. Sono state rilasciate ottantotto licenze temporanee (120 giorni) in attesa di quelle definitive in 34 città, coprendo il 12% della popolazione totale californiana. Le città principali dove si è aperta la vendita sono Sacramento San Diego e San Josè. Nei prossimi giorni l’avvio delle vendite anche a San Francisco e Los Angeles.
Here’s the big moment: the first (and best documented) legal recreational marijuana sale at Berkeley Patients Group. pic.twitter.com/WnY3jaTy6d
— Chris Roberts (@cbloggy) 1 gennaio 2018
La mappa degli store di cannabis ricreativa legale in California
Mappa tratta da The Cannifornian.com.
Regole a macchia di leopardo
La legalizzazione in Californa non è tutta rose e fiori. La famosa Proposition 64 consente agli adulti di acquistare e possedere piccole quantità di cannabis e di coltivare fino a sei piante per uso personale. Ma consente anche alle contee e alle città di regolare la vendita e la tassazione della cannabis, e quindi anche vietarla. Questo ha comportato, e comporterà, problemi. Non solo per un sistema di regole incoerente in tutto lo Stato, per cui dipenderà dalla regolamentazione della contea o città dove ti trovi – ad esempio – se potrai o meno fumare in determinati luoghi.
Questo rimando alle normative locali mette infatti a repentaglio anche il sistema di distribuzione della cannabis terapeutica, che d’ora in poi verrà regolamentato al pari di quello ricreativo. Questo potrebbe significare in alcuni casi anche la chiusura di dispensari nelle contee e città che decideranno di vietare tout court la vendita di cannabis, con gli evidenti disagi e problemi per migliaia di pazienti.
Del resto in questi giorni di avvicinamento alla fatidica data del 1 gennaio la confusione ha regnato sovrana, anche fra le autorità. Ad esempio a Sacramento i conducenti di un furgone che trasportava quasi una tonnellata di marijuana pronta per la vendita, fermato per una violazione del codice della strada, sono stati poi tratti in arresto per trasporto di droga. Pur avendo esibito la regolare licenza statale secondo la California Highway Patrol, sarebbe stata richiesta anche una licenza statale per il trasporto. Tali permessi non sono entrati in vigore fino a ieri, primo giorno legalizzazione in California.
Le prospettive economiche
Secondo uno studio dell’Università della California, i governi statali e locali potrebbero raccogliere 1 miliardo di dollari l’anno in tasse su un mercato che varrebbe circa 5 miliardi. Si tratta probabilmente del punto di svolta anche dal punto di vista economico per l’industria della cannabis legale. Ma anche qui le incognite sono alle porte.
La diminuzione dei prezzi della cannabis ricreativa, che ad esempio nello stato di Washington si stanno assestando sotto gli 8 dollari al grammo (sotto i 3 all’ingrosso), dagli oltre 35 iniziali, favorisce certamente le imprese più grosse, rende convenienti le aggregazioni e mette al palo i piccoli produttori. Con l’apertura del mercato della cannabis ricreativa legale in California c’è chi si aspetta un crollo dei prezzi all’ingrosso, anche se non immediato, sino ad arrivare intorno al dollaro al grammo.
Non è un caso che, anche in previsione della legalizzazione prevista per il 1 luglio 2018 in Canada, siano in corso fusioni, incorporazioni e vengano siglati accordi di Joint Venture quasi ogni settimana. Addirittura in Canada Aurora, dopo aver tentato un accordo con i vertici societari, ha lanciato una IPO ostile sulla concorrente CanniMed rastrellando per ora 450.000 azioni. Si tratta in fondo di un mercato – almeno dal punto di vista legale – “vergine” e quindi in forte espansione. Se la legalizzazione in Canada andrà in porto potrebbe valere più di 20 miliardi di dollari nel 2021.
“I prezzi stanno diminuendo, il settore si sta consolidando, la varietà di prodotti sta esplodendo – e niente di tutto questo è una sorpresa“, ha detto a Fivethirtyeight.com Jonathan Caulkins, professore alla Carnegie Mellon University ed ex co-direttore del RAND’s Drug Policy Research Center, co-autore del volume “Legalizzazione della marijuana: ciò che tutti devono sapere“. “Queste sono tutte cose che abbiamo previsto con largo anticipo perché sono conseguenze naturali della legalizzazione lungo un modello commerciale for-profit”.
This is the Hotel California
C’è anche chi, come “American Green” ha addirittura acquistato una intera cittadina per farne un Resort dedicato alla cannabis ricreativa. In realtà un piccolo hotel, un ristorante bar con 10 tavoli e qualche tettoia sopravvissuta insieme ai 30 abitanti ai fasti della ricerca dell’oro del secolo scorso sui cui una delle più importanti società di produzione e distribuzione di cannabis legale statunitense ha deciso di investire 5 milioni di dollari.
“Questo è l’Hotel California“, ha detto il responsabile del progetto Stephen Shearin intervistato dal Washigton Post. Le intenzioni degli investitori sono di raddoppiare le dimensioni dell’hotel (arrivando a 10 stanze) e ristrutturare il Whistlestop Cafe. Il campeggio sarà ingrandito, con nuove tende da affittare mentre la vecchia scuola ospiterà lezioni di yoga e pittura, lezioni di ballo e conferenze sulla flora e la fauna. Un anfiteatro tra gli eucalipti si aprirà verso le colline per i concerti, e un falò serale ricorderà agli ospiti di essere lontani dalla civiltà.
L’incubo federale
La situazione di Nipton è paradigmatica della situazione della politica sulla cannabis negli USA. Quasi del tutto circondata da terre federali, con la vasta riserva nazionale del Mojave a sud terreni del demanio a nord, la città è raggiungibile per un’unica strada che passa attraverso i terreni federali. Questo crea preoccupazioni perchè per la legge federale la cannabis è considerata una sostanza pericolosa al pari dell’eroina e soggetto alle pesanti norme sulle droghe. E ciò significa che gli ospiti di Nipton potrebbero essere fermati da agenti federali alle porte della città. “La strada servirà da passaggio sicuro? Non lo sappiamo. Nessuno sa.” ha commentato Shearin.
Qualche settimana fa il procuratore generale Jeff Sessions, riferendosi al processo di regolamentazione legale in atto in otto stati USA, ha dichiarato: “in questo momento lo stiamo osservando molto duramente“, aggiungendo che è sua opinione che “l’uso della marijuana è dannoso e non dovremmo incoraggiarlo in alcun modo“.