Mentre l’OMS ha ufficialmente chiesto una riclassificazione della cannabis nelle convenzioni internazionali e raccomandato che il cannabidiolo (CBD), presente nella cannabis, non sia considerato una sostanza da porre sotto controllo, la legislazione degli Stati membri differisce ampiamente in materia di cannabis per scopi medicinali.
Il testo è stato presentato, a nome della commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare, dai deputati europei Dubravka Šuica (PPE, Croazia), Guillaume Balas (SD, Francia), Urszula Krupa (ECR, Polonia), Catherine Bearder (Alde, Regno Unito), Estefanía Torres Martínez (GUE/NGL, Spagna), Martin Häusling (Verdi, Germania), Piernicola Pedicini (EFDD, Italia)
I deputati martedì prossimo interrogheranno la Commissione su come l’UE potrebbe sostenere una ricerca scientifica di qualità sui farmaci a base di cannabis e stabilire degli standard per la cannabis medica non farmaceutica per garantire la sicurezza dei consumatori.
I deputati che hanno presentato l’interrogazione ritengono che vi siano prove sostanziali del fatto che la cannabis e i cannabinoidi abbiano effetti terapeutici: trattano il dolore cronico negli adulti, agiscono come antiemetici nel trattamento della nausea e del vomito indotti dalla chemioterapia e alleviano i sintomi di spasticità da sclerosi multipla.
Nel progetto di risoluzione che sarà invece votato mercoledì 13 febbraio si sottolinea la necessità, da parte della Commissione e delle autorità nazionali, di operare una chiara distinzione tra la cannabis medica e altri usi della sostanza. Nel testo, si invitano inoltre la Commissione e gli Stati membri ad affrontare gli ostacoli normativi che gravano sulla ricerca scientifica, a finanziare adeguatamente la ricerca e a promuovere una maggiore conoscenza della cannabis medica tra i professionisti del settore medico.