La Thailandia ha autorizzato una compagnia privata a produrre cannabis terapeutica al fine dell’esportazione. Il progetto quinquennale lanciato dal Royal Project Foundation in partnerariato con la Thai Cannabis Corporation ed in collaborazione con Maejo University, la prima istituzione thailandese di scienze agronomiche, punta alla produzione di una tipologia di cannabis terapeutica ad alto contenuto di CBD e basso THC (meno dell’1%), in accordo con le leggi locali.
L’obiettivo è quello di coltivare 5000 ettari, con l’auspicio di una produzione il cui valore possa raggiungere l’1% del PIL thailandese entro 10 anni. Tale coltivazione è possibile grazie alla riforma del 2016 che permette appunto di coltivare piante che contengono meno dell’1% di THC, il principio attivo psicotropo della cannabis.
Al momento la produzione è esclusivamente rivolta all’export, ma anche a seguito degli spiragli riformatori della politica sulle droghe locale, raccontati qui e qui da Hassan Bassi, nel gennaio di quest’anno il direttore del Narcotics Control Board, Sirinya Sitdhichai, ha annunciato che è in corso di definizione una bozza di modifica legislativa che permetterà ai pazienti thailandesi di accedere alla cannabis su prescrizione medica, rimanendo esclusa la coltivazione ad uso personale.
[Fonte: Talking Drugs]