L’elevata consapevolezza della possibilità di utilizzo terapeutico della cannabis e una significativa apertura ad assumerla personalmente, nel caso in cui fosse prescritto da un medico, sono tra i primi risultati emersi dall’indagine condotta da SWG volta a comprendere il punto di vista e il percepito degli italiani sull’utilizzo della cannabis per scopi terapeutici. La ricerca è stata resa pubblica dall’Associazione Luca Coscioni, insieme a CLINN, che ha commissionato l’indagine, centro medico specializzato in cure con cannabis medicale che propone una piattaforma per l’accesso ai trattamenti con cannabinoidi e che si inserisce nel panorama terapeutico nazionale come uno dei punti di riferimento per le applicazioni cliniche di questo tipo.
Il sondaggio sarà presentato oggi alle 11 in un webinar in diretta sul canale Youtube dell’Associazione Luca Coscioni.
Il percepito degli italiani su cannabis terapeutica: un riassunto dei dati principali emersi*
Dallo studio emerge come in Italia, più di 1 persona su 10 abbia utilizzato almeno una volta prodotti a base di cannabis terapeutica.
I risultati indicano che l’84% degli intervistati è consapevole che l’utilizzo della cannabis a scopo terapeutico è legale in Italia e per quasi la metà delle persone coinvolte nell’indagine questa sostanza ha proprietà rilassanti (55%) e analgesiche (46%). Emerge quindi una conoscenza di base sull’argomento che però diminuisce riguardo le modalità di assunzione: ben il 46% degli intervistati non ne conosce le forme disponibili per l’utilizzo (oli, capsule, essenze, etc..).
Alla domanda per quali patologie associa l’utilizzo della cannabis medicale, il 44% degli italiani ha indicato come risposta le cure palliative per il dolore ed è proprio pensando all’utilizzo di questa sostanza applicata alle terapie del dolore che il 61% del campione sarebbe personalmente interessato ad un suo utilizzo. Solo una minoranza (20%) infine avrebbe una reazione negativa se il proprio medico di base proponesse loro una cura a base di cannabis, mentre la metà reagirebbe positivamente.
Gli Italiani si dimostrano in generale aperti e ben disposti ad ulteriori approfondimenti sui trattamenti terapeutici a base di cannabis. Lo testimonia la risposta fornita da ben il 69% degli italiani che ritiene sia necessaria una maggiore ricerca scientifica anche in questo campo; inoltre, il 56% è d’accordo nell’affermare che bisognerebbe allargare la produzione di cannabis terapeutica certificata agli enti locali e alle aziende private italiane oltre allo Stabilimento Chimico Farmaceutico militare di Firenze, unica struttura ad oggi in Italia autorizzata per legge alla produzione.
“Sappiamo che la domanda per trattamenti con cannabis medicale sta crescendo in maniera costante e l’indagine conferma come ci sia un’elevata conoscenza delle persone sulla possibilità di utilizzo”, commenta Maurizio Valliti, CEO di Clinn che continua: “Con il nostro progetto ci impegniamo quotidianamente nel creare sempre maggiore consapevolezza sugli ostacoli all’accesso alle cure con la cannabis terapeutica in Italia con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sulle criticità, sia per quanto riguarda l’ottenimento di una prescrizione, sia in relazione alla difficoltà dell’approvvigionamento che, a tutti gli effetti, è uno dei problemi maggiori che condiziona il percorso terapeutico stesso del paziente”.
“I risultati del sondaggio di SWG confermano che c’è grande attenzione terapeutica alla cannabis e che il suo impiego funziona – dichiara Marco Perduca dell’Associazione Luca Coscioni. L’assenza cronica di prodotti però ha un impatto gravemente negativo sui piani terapeutici. L’Associazione Luca Coscioni si appella nuovamente a Governo e Parlamento perché si faccia informazione e formazione si incrementi significativamente la produzione nazionale aprendo il mercato anche a soggetti privati.
* L’indagine è stata condotta mediante interviste online con metodo CAWI (Computer Assisted Web Interview) su un campione composto da 800 cittadini, rappresentativi della popolazione italiana maggiorenne secondo i parametri genere, età e area geografica e titolo di studio.