Il proibizionismo sulla cannabis fu introdotto nello Sri Lanka (allora chiamata Ceylon) dai colonizzatori britannici fra la fine del diciannovesimo e l’inizio del ventesimo secolo. Nonostante il paese abbia conquistato l’indipendenza nel 1948, ha mantenuto il divieto della cannabis. La produzione, la vendita e il possesso continuano a essere proibiti dalla legge sui veleni, sull’oppio e sulle droghe pericolose.
Tuttavia le autorità hanno riconosciuto il suo potenziale medico. Quando vengono sequestrati lotti dalle forze dell’ordine, piccole porzioni vengono spesso assegnate ai medici ayurvedici per essere utilizzate in medicina. Tuttavia, questo si è rivelato insufficiente: “quando i nostri medici tradizionali acquistano la cannabis [sequestrata] questa ha circa quattro o cinque anni e ha perso la sua efficacia”, ha affermato Senaratne. Il Ministro è convinto dell’efficacia e della non pericolosità della cannabis terapeutica: “dà effetti negativi solo se fumata, se usato come sciroppo o farmaco, questo non ha effetti dannosi. [Il] mondo occidentale usa attualmente la cannabis per tranquillanti, farmaci per la depressione e altri disturbi psicologici” ha affermato.
La proposta del Ministro è in attesa dell’approvazione finale da parte del gabinetto. Si tratterebbe di una mossa rivoluzionaria per il paese e per tutto il continente. Attualmente non ci sono paesi in Asia che permettano la produzione e la vendita di cannabis per scopi medici (sebbene Singapore abbia recentemente avviato ricerche mediche sui cannabinoidi sintetici).
[Fonte Talking Drugs]