Approda in Parlamento la questione delle politiche sulle droghe e della loro valutazione. L’On. Riccardo Magi, deputato del Gruppo misto e noto esponente dei Radicali italiani eletto alle scorse politiche con la lista di +Europa, ha infatto depositato una interpellanza parlamentare indirizzata al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali ed al Ministro della salute in cui chiede lumi rispetto ad alcuni adempimenti disattesi derivanti dall’attuale Testo Unico sulle droghe. Questo per ribadire, per il deputato romano, “l’importanza della relazione e della conferenza nazionale come strumenti per il legislatore per valutare effetti efficacia della normativa”.
In particolare Magi chiede “quando il Governo intenda presentare la relazione al Parlamento… essendo passata invano la scadenza del 30 giugno“. Nel testo ricorda anche come i “precedenti Governi a guida Monti, Letta, Renzi, Gentiloni e il primo governo Conte hanno provveduto con grave ritardo al suddetto adempimento e lo hanno fatto a giudizio dell’interrogante in modo burocratico, anche perché non c’è stato dibattito parlamentare, né politico“. L’altro quesito è e “se il Governo intenda assumere iniziative per rispettare l’adempimento previsto dal DPR 309 del 1990 convocando entro l’anno 2019 la Sesta conferenza nazionale sulle politiche sulle tossicodipendenze”. Inoltre il deputato radicale chiede notizie rispetto all’assegnazione della delega alle tossicodipendenze, tuttora vacante.
Magi sottolinea che “come affermato nel Decimo libro bianco sulle droghe, peraltro, le relazioni annuali al Parlamento non hanno mai davvero offerto gli strumenti adatti per verificare le «strategie e gli obiettivi raggiunti», mentre sarebbe necessario migliorare la qualità degli indicatori e della stessa struttura del rapporto“. Inoltre, proprio sul tema della valutazione delle politiche sulle droghe, l’On. Magi ricorda come “la ricerca farmacologica e biologica è sempre stata favorita a scapito della ricerca psicosociale, ed è stata finanziata dal 2009 al 2013 dal dipartimento antidroga della Presidenza del Consiglio dei ministri con un milione e mezzo di euro. Lo squilibrio a scapito della ricerca psicosociale si è accentuato di recente con la fortuna della ricerca neurobiologica e della brain research”.
Nel documento infine si ricordano anche i dati rispetto all’impianto repressivo e sanzionatorio che ispira il testo unico sulle sostanze stupefacenti che “continua ad essere il principale veicolo di ingresso nel sistema della giustizia italiana e nelle carceri“.