Nuovo regole saranno adottate in Cina per aumentare il controllo di ‘fixeurs’ cinesi sui giornalisti stranieri e in generale sugli stranieri che si troveranno in Cina durante le Olimpiadi 2008.
Secondo Reporters sans frontières la supervisione della polizia si è notevolmente intensificata dopo l’incontro tra i giornalisti stranieri a Sichuan e i genitori dei bambini morti durante il crollo della scuola. “La speranza di vedere un’apertura della Cina verso il mondo prima dei Giochi Olimpici sta svanendo piano piano. Le autorità locali hanno adottato misure ostili verso gli stranieri che sono sospettati di turbare le Olimpiadi e tentano di imporre il più possibile il controllo sui corrispondenti non cinesi. Il governo, sollecitato dal Dipartimento di Propaganda locale, limita il lavoro della stampa cinese e internazionale a Sichuan – ha riportato l’associazione – A meno di due mesi dal grande evento di Pechino, le misure adottate si allontanano dal motto One World, One Dream. Noi ci rivolgiamo al Comitato internazionale Olimpico, il Cio, per fare pressione sulle autorità asiatiche affinché vengano annullate queste disposizioni in modo che la stampa internazionale possa lavorare a Sichuan con maggiore autonomia”, ha dichiarato Reporters senza frontiere.
“Per il momento il Cio non ha reagito, anzi preferisce ricordare che nel mese di maggio durante i comitati olimpici nazionali gli atleti non hanno manifestato sui loro siti olimpici”, ha concluso.
Controllo dei fixeurs cinesi. I collaboratori cinesi che lavorano con i media stranieri si sono piegati a severe disposizioni. Reporters senza frontiere ha trovato una copia del testo che era stato indirizzato al Ciecco, un organismo dello Stato che aiuta le imprese straniere a selezionare personale cinese. In teoria il Comitato idi organizzazione delle Olimpiadi, il Bocog, da gennaio 2007 insiste perché i media internazionali ricorrano a traduttori cinesi come intermediari officiali, ma in verità le cose non sono così. A quanto riporta l’associazione di Rsf, il Comitato propone ai media di “selezionare un ventaglio di candidati competenti”.
Se per caso i giornalisti stranieri volessero proporre dei loro candidati devono fornire un documento d’identità. un curriculum, un certificato medico e dimostrare che il candidato che vogliono proporre abbia anche la fedina penale pulita.
Le organizzazioni di corrispondenti stranieri in Cina sono state interpellate da Reporters sans frontières e hanno riferito che la registrazione dei collaborati cinesi a spese delle agenzie governative locali ha aumentato la macchina della burocrazia locale sia il costo che il controllo delle autorità. Rsf è venuta a conoscenza di un documento, un “Visa”, inviato dalla divisione del centro media cinese che invita i giornalisti a inviare le informazioni chiare e a essere molto precisi sui loro progetti in Cina. Queste misure così rigide vanno inserite all’interno di una serie di restrizioni sulla consegna dei visti di entrata nel paese. Le autorità di Pechino per ora rifiutano di dare una spiegazione sui fatti.
Un richiamo all’ordine per gli stranieri. Il 2 giugno 2008 il Bocog ha reso pubblico come si devono comportare gli stranieri in Cina durante le Olimpiadi: “Devono avere un grande rispetto verso le leggi del paese ospitante e non devono in nessun modo minare la sicurezza nazionale della Cina”. Le autorità inoltre vietano l’accesso al paese ai “terroristi”, ai “trafficanti di droga”, ai “malati di tubercolosi” e ai “sovversivi”. “Le manifestazioni, le assemblee pubbliche non sono possono avere luogo in Cina se prima non si ha l’autorizzazione della polizia. Inoltre E’ vietato fra circolare documenti, dischi o registrazioni audio”. Per l’associazione di Rsf questo atteggiamento mina la libertà d’opinione.
La dura vita della stampa a Sichuan. Il 6 giugno due reporters dell’Agenzia France Press non sono potuti entrare in una abitazione teatro di manifestazioni dopo il crollo di una scuola elementare.
Il 5 giugno due inviati speciali in Cina sono stati espulsi dalle due città dove sono avvenuti i crolli e così altri due corrispondenti norvegesi sono stati bloccati mentre cercavano di entrare a Dujiangyan. Il sito cinese China Media Project ha riportato che il capo della propaganda nella provincia di Guangdond ha ordinato ai media locali di far ritirare i loro giornalisti a Sichuan.
Inoltre gli agenti della sicurezza pubblica locale è stata invitata a interrompere le assemblee illegali e di fare pressione sulle persone perché non parlino con i giornalisti stranieri.
L’intransigenza delle forze della sicurezza di Pechino 2008 sta provocnado chiare tensioni anche con le televisioni. Secondo l’organizzazione Associated Press alla fine di maggio c’è stata una riunone a Pechino contro la Bocog.