Lo Stato olandese dovra’ risarcire i coffee shop del sud del Paese per le perdite subite dopo l’introduzione nel 2012 della ”carta cannabis” che limitava ai soli residenti nei Paesi Bassi l’entrata in questi locali per il consumo di ‘erba’. Lo ha annunciato oggi il tribunale dell’Aia che ha pero’ ribadito la decisione presa lo scorso anno di vietare la vendita ai turisti di spinelli. La carta cannabis, entrata in vigore il primo maggio del 2012 e poi successivamente abrogata, ha di fatto imposto un giro di vite contro questi bar in tre province del sud, che hanno subito grosse perdite finanziarie. L’avere trasformato in circoli chiusi questi club ha ”avuto un effetto sproporzionato sugli interessi dei visitatori dei coffee shop” e lo Stato olandese dovra’ ricompensare i proprietari di questi locali, per una cifra che ancora deve essere definita. La Carta cannabis prevedeva che i clienti dei bar si registrassero presso le autorita’ municipali, e che fossero rigorosamente residenti nei Paesi Bassi e di eta’ superiore ai 18 anni. I giudici hanno pero’ ribadito che il divieto di vendita della cannabis ai non residenti e’ una ”misura destinata a ridurre il turismo della droga dall’estero” e non e’ contraria alla legislazione europea. D’ora in avanti ad Amsterdam e nella maggior parte dei comuni settentrionali del Paese rimane autorizzata la vendita della droga anche a chi proviene dall’estero, mentre i municipi del sud hanno deciso di applicare interamente la legislazione che prevede che siano le singole municipalita’ a decidere se applicare o meno dei divieti.