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BRUXELLES — L’avevano promesso solennemente, ai vicini del Belgio: «Senza il vostro accordo, i coffee shop e gli spinelli davanti a casa vostra non li porteremo mai». Promesse da sindaco a sindaco, da ministro a ministro, da governo a governo: da cittadini a cittadini della stessa Unione Europea, che non ha più dogane o confini. E invece, ieri all’ora di pranzo, senza permesso né accordo, con una firma è stato dato il via ai lavori: il comune di Maastricht, ultima città olandese a sostenere gli spacci liberi di marijuana, hashish e funghi allucinogeni ormai in declino ad Amsterdam o Rotterdam— i coffee shop, appunto —cambia idea, stufo dei troppi «turisti dello spinello»: e trasferisce i suoi locali più famosi a Eijsden, 12mila abitanti, cittadina poco distante; ma altrettanto poco distante dalla frontiera aperta con il Belgio, dal quale—teme Bruxelles— i «paradisi della canna» calamiteranno ora più facilmente buona parte della loro clientela. E cioè 4.000 «turisti» ogni giorno.

Perché il Belgio è un Paese dove la vendita delle «droghe leggere» non è legalizzata, e così protesta paventando il «contagio»: a un’ora di treno da Liegi, la prima cittadina olandese è proprio Eijsden. Poco più in là, c’è Maastricht, culla del sindaco cristiano-democratico Gerd Leers, simbolo — almeno a parole, fino a poco tempo fa — del «sì» alla cannabis. Alcuni mesi fa, il premier belga Guy Verhofstadt ha inviato una lettera di protesta al suo collega olandese Jan Balkenende. E ora Bruxelles ribadisce: «Niente iniziative unilaterali », in Europa bisogna «rispettare i principi di buon vicinato» e un Paese tollerante verso certe pratiche «non potrebbe e non dovrebbe comunque creare problemi ai Paesi confinanti». Nei mesi scorsi, sul problema c’erano stati addirittura scambi di messaggi fra i governi. E la lite era arrivata anche nei palazzi dell’Unione Europea. Insomma, una «guerra dello spinello». Qualcuno si chiede: che differenza può esservi fra il centro di Maastricht ed Eijsden, 20 chilometri più vicina alla frontiera?

Facilissimo andare dall’una all’altra in Belgio o in qualunque altro posto. E però — temono i protestatari—ora sarà ancora più facile. Ma protestano pure, ricorrendo ai giudici, alcuni amministratori di Eijsden: «È un progetto fuori legge». Dai lavori appena iniziati nascerà «L’angolo del caffè», un palazzo di 2.000 metri quadrati a due piani con un parcheggio di 700 posti (previsione per i primi 3 anni) che accoglierà i 3 coffee shop «storici» di Maastricht: lo Smokey (oggi in un barcone sulla Mosa); lo Smurf, e il Mississippi. Altri coffee shop dovrebbero essere invece trasferiti nell’area di Meerssen, a ridosso dell’altro confine con la Germania.