La crisi diplomatica fra Colombia ed Ecuador è rientrata. Il presidente colombiano Alvaro Uribe e il neoeletto ecuadoriano Rafael Correa hanno raggiunto un accordo sulle fumigazioni con glifosato (un potente erbicida) che le autorità di Bogotà utilizzano contro le coltivazioni illecite di coca. La Colombia aveva sospeso da tempo le operazioni aeree anti-droga nella zona di confine fra i due paesi, dopo le proteste di Quito. Ma a metà dicembre i voli colombiani -a base di glifosato- sono ripresi in un’area di 10 chilometri, alla frontiera. Si tratta di una regione colombiana, ma l’Ecuador assicura che l’uso di sostanze tossiche provoca gravi danni ambientali anche nel suo territorio. Lo scorso mese l’Ecuador richiamò il suo ambasciatore da Bogotà. Uribe e Correa si sono poi incontrati a Managua, in occasione dell’insediamento presidenziale del nicaraguense Daniel Ortega. Dopo l’incontro, i due leader hanno detto di aver raggiunto un accordo: ogni volta che le autorità colombiane utilizzeranno sostanze tossiche contro le coltivazioni illecite nella zona di confine, Bogotà avviserà Quito e verranno inviati ispettori per assicurarsi che gli erbicidi non passino in territorio ecuadoriano. I due paesi hanno inoltre deciso di creare una commissione a tre (con un rappresentante dell’Organizzazione degli stati americani) per verificare il rispetto dell’accordo.La frontiera fra Ecuador e Colombia si estende per 586 chilometri ed è una zona “difficile” per le relazioni fra i due paesi. Secondo Bogotà dietro alle coltivazioni illegali di coca ci sarebbero le Farc, le Forze armate rivoluzionarie della Colombia: un gruppo terrorista -anche secondo le liste dell’Unione europea- ma che l’Ecuador si rifiuta di definire tale.
Ricondotta la crisi diplomatica è probabile che Uribe decida di volare a Quito il 15 gennaio per assistere all’insediamento del presidente Correa.