La Corte Costituzionale colombiana ha annullato la decisione dell’Autoridad Nacional de Licencias Ambientales (Anla) che aveva approvato il Piano di gestione ambientale presentato dalla Polizia nazionale per il Programma di eradicamento delle colture illecite mediante irrorazione aerea di glifosato. Secondo la Corte suprema durante il procedimento svolto dall’Anla per approvare il piano di gestione ambientale “è stato ignorato il diritto alla partecipazione delle comunità contadine residenti nei comuni in cui il programma sarà eventualmente realizzato“.
Si tratta di una vittoria per le comunità locali, che avevano avviato una lotta di cui vi avevamo dato conto su queste pagine a marzo scorso, ed una brusca frenata per le velleità del Presidente Duque che aveva individuato nella ripresa delle irrorazioni con glifosato il perno delle sue politiche antidroga. Una sconfitta anche in chiave elettorale, visto che mancano solo sette mesi alla fine del mandato ed è molto difficile per l’attuale governo poter adeguare il procedimento alle richieste della Corte.
L’alto tribunale colombiano ha ordinato alla Polizia e al Ministero dell’Interno “di aprire un processo di consultazione preventiva con le comunità etniche” che vivono in ben 104 comuni, suddivisi in 14 dipartimenti. Il glifosato è un erbicida, entrato in commercio negli anni 70, e che oggi è inserito nel gruppo 2a delle sostanze potenzialmente cancerogene dal Centro Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) di Lione.
La decisione ha provocato reazioni da parte dei politici di tutti gli schieramenti: mentre la destra colombiana si è scagliata contro la Corte difendendo la pratica delle fumigazioni per combattere il traffico di droga, i politici di centro e di sinistra l’hanno accolta come un trionfo, soprattutto a causa degli effetti che l’irrorazione di glifosato ha avuto sulla salute delle popolazioni locali.
Si tratta di danni documentati anche da due rapporti del TNI di inizio anni 2000 che trovate nell’area download. Ricordiamo che l’avvio delle fumigazioni previste dal Plan Colombia a fine anni 90 aveva di fatto provocato un’estensione delle colture illegali di coca. Ai danni ambientali dovuto all’inquinamento del suolo e delle acque e allo spostamento delle colture in nuove aree di foresta vergine, con relativo disboscamento, si erano aggiunti i danni sull’uomo causati dal glifosato irrorato dall’alto senza alcuna reale capacità selettiva, e quindi entrato nella catena alimentare delle popolazioni locali.
Al suo arrivo al potere, il Presidente Duque aveva bloccato il Piano nazionale per la sostituzione delle colture per uso illecito (PNIS), un programma inserito nell’accordo di pace con le FARC che aveva permesso la sostituzione volontaria di più di 30.000 ettari di colture di coca con progetti produttivi sostitutivi delle piantagionio illecite che avevano coinvolto oltre 100.000 famiglie.