Un comune rurale catalano, nella provincia di Tarragona, ha previsto fra le misure anticrisi anche di autorizzare la coltivazione di cannabis, riferisce oggi la stampa spagnola.
La giunta di sinistra che governa Rasquera, 900 abitanti che vivono soprattutto del lavoro nei campi e della produzione di olio d’oliva, un debito pubblico di 1,3 milioni, intende accettare l’offerta arrivata dalla Asociacion Barcelonesa Cannabica de Autoconsumo (Abcda), un club ‘con fini ludico-terapeutici’ con 5mila soci costituito per gestire collettivamente il consumo individuale consentito dalla legge spagnola di cannabis. La Abcda ha proposto di pagare al comune 36mila euro per l’autorizzazione a coltivare a fini non commerciali il cannabis e di iniettare nell’economia locale 550mila euro all’anno per l’affitto e la gestione dei terreni.
Il progetto dovrebbe creare 50 posti di lavoro nel comune. La popolazione di Rasquera ‘e’ molto invecchiata, e vogliamo fermare la fuga degli abitanti giovani’ spiega il sindaco Bernat Pellisa, della Sinistra Repubblicana Catalana di Erc. La proposta, spiega, e’ appoggiata anche dall’opposizione, formata dai nazionalisti moderati di Ciu. L’iniziativa e’ pero’ al vaglio della procura catalana, in quanto l’articolo 368 del codice penale spagnolo proibisce la coltivazione, l’elaborazione e il traffico di droghe. In questo caso pero’, si tratterebbe di coltivazione per l’autoconsumo. ‘E’ complicato giuridicamente, ha spiegato a El Pais il penalista Javier Rodrigalvarez: ‘sara’ difficile, a meno che si possa dimostrare che ogni appezzamento e’ destinata individualmente all’autoconsumo’.