Le conclusioni della 57ma sessione della Commissione Stupefacenti dell’ONU a Vienna, non ha soddisfatto nessuno. Piu’ di 120 Paesi e 1.500 delegati hanno discusso per due giorni i problemi delle droghe, ma le enormi differenze tra loro ha portato a scarse risoluzioni. Gli accordi minimi sono stati trovati sul fatto che la lotta alla droga sia piu’ incentrata sui problemi della salute, con forti contrasti da parte di Pakistan, Cina, Egitto, Iran e Russia, che sono per una linea molto dura. Dall’altra parte ci sono Ue, Messico ed Ecuador.
Uno degli obiettivi dell’incontro e’ stato quello di verificare gli obiettivi che si erano proposti nel 2009 per “liminare o ridurre considerevolmente” offerta e domanda di droghe per il 2019, obiettivo che e’ lontano dall’essere conseguito. Una nota informativa fa sapere che il consumo continua ad essere stabile nel 5% della popolazione adulta e i morti ogni anno sono sempre intorno ai 210.000. Il documento segnala che e’ “importante riaffermare lo spirito originario dei trattati, che si concentra sulla salute perche’ l’obiettivo dei trattati non e’ di fare una guerra contro le droghe senza proteggere la salute fisica e mentale dell’umanita’”. In ogni caso, Yuri Fedotov, direttore esecutivo dell’UNODC, ha insistito che la legalizzazione non e’ compatibile con lo spirito delle convenzioni internazionali sul controllo delle droghe, e non e’ una soluzione al problema, ma “la depenalizzazione del consumo puo’ essere una forma efficace di decongestionare le carceri, e redistribuire i fondi per trattamento e riabilitazione”.
Il documento fa menzione della depenalizzazione del consumo che gia’ e’ in atto in alcuni Paesi europei e latinoamericani -Brasile, Cile-, cosi’ come in Canada e Australia, e propone che si applichino sanzioni alternative al carcere come multe o terapie. Su tutto, pero’, pesa la opposizione di alcuni Paesi che hanno impedito che si approvasse uno degli obiettivi che erano in cantiere all’inizio della riunione: l’abolizione della pena di morte per reati di droghe.