La Corte Suprema iraniana ha confermato le condanne a morte emesse dal Tribunale della citta’ di Salmas, nell’Iran nordoccidentale, nei confronti di sei trafficanti di droga iraniani di etnia curda. Lo riferisce il sito d’informazione attivo nell’ambito dei diritti umani ‘Herana’, spiegando che Habib Mamedi, Akram Mamedi, Sami Mamedi, Samad Mamedi, Karim Mamedi e Firuz Hassan-zadeh, residenti nella città di Salmas, rischiano di essere impiccati nei prossimi giorni.
La commissione centrale della Corte Suprema che esamina le richieste di grazia ha deciso infatti di negare la richiesta dei sei condannanti a morte. I narcotrafficanti, di cui cinque fanno parte della stessa famiglia, avevano chiesto la grazia dopo aver respinto ogni accusa.
Secondo i siti attivi nell’ambito dei diritti umani, negli ultimi due anni, sarebbero state impiccate in Iran oltre mille persone.
Nel Paese, dalla rivoluzione del 1979 e con l’istituzione della repubblica islamica, vige il diritto penale islamico sciita che prevede la pena capitale per una serie di reati, tra questi anche il traffico di droga.