Si potrebbe chiamare ‘l’offensiva dello zafferano’. Nei prossimi giorni, all’inizio di luglio, i militari italiani distribuiranno infatti 60 tonnellate di bulbi di zafferano (costati 330 mila euro messi a disposizione dal ministero della Difesa) in sette distretti della provincia di Herat come alternativa alla coltivazione dell’oppio, di cui l’Afghanistan e’ sempre di gran lunga il maggior produttore del mondo.
Un affare miliardario di cui pero’ gli agricoltori non sono i veri beneficiari. ‘Non e’ vero che coltivare zafferano rende meno’, spiega il colonnello Emmanuele Aresu, comandante del Team di ricostruzione provinciale italiano (Prt) di Herat, che coordina questo tipo di operazione. ‘Un ettaro coltivato a grano frutta infatti 1.200 dollari, uno a oppio 4.500 e uno a zafferano fino a 12.000. Il problema – spiega – e’ che per vedere i primi risultati i contadini devono aspettare tre anni e dunque stiamo lavorando anche per dare loro un sostegno in questo periodo’.
La provincia di Herat, affidata al controllo dei militari italiani, e’ una di quelle in cui la coltivazione di oppio si e’ drasticamente ridotta negli ultimi anni, passando – secondo le stime del Prt – da 2.000 ettari coltivati con papavero nel 2005 a circa 566 nel 2009. ‘Vi sono pero’ delle zone – spiega Aresu – in cui le piantagioni ancora sono estese, come nella Zeerko Valley: proprio qui, nel distretto di Shindand, distribuiremo 12 delle 60 tonnellate di bulbi di zafferano’.
L’iniziativa del Prt di Herat giunge anche in risposta alle richieste dello stesso Dipartimento provinciale dell’Agricoltura, che concorda sul fatto che quella dello zafferano e’ una coltura potenzialmente ad alto reddito ed e’ particolarmente adatta al territorio afgano per le caratteristiche del suolo e del clima. Nella provincia di Herat questo tipo di coltura e’ in crescita costante, poiche’ si e’ passati da una estensione iniziale di 16 ettari nel 2004 ai 310 del 2009, con una produzione di 5 chili di zafferano per ettaro.
Le 60 tonnellate di bulbi che saranno distribuiti e impiantati a cura del Prt italiano di Herat corrispondono a circa 30 ettari di nuovi terreni coltivati. ‘Da questi – spiega il colonnello Aresu – in cinque anni gli agricoltori potranno ricavare ben 22 tonnellate di nuovi bulbi’.
Insieme allo zafferano e’ stata anche prevista la distribuzione di concimi non pericolosi, che quindi non possono essere utilizzati, come purtroppo spesso avviene, per costruire ordigni esplosivi improvvisati, gli Ied.