«Possiamo essere fieri di ciò che ha fatto il nostro piccolo paese». Il presidente dell’Istituto portoghese della lotta alle droghe e alle tossicodipendenze (Idt), João Goulão, torna all’origine della svolta politica sugli stupefacenti e fa il bilancio dei buoni risultati ottenuti.
Che cosa ha indotto il Portogallo a depenalizzare tutti gli stupefacenti nel 2001?
Quando nel 1974 con la Rivoluzione dei garofani siamo usciti da un regime fascista e autoritario, il paese era stato isolato per decenni e non aveva conosciuto i movimenti contro-culturali degli Stati Uniti e degli altri paesi d’Europa. La società era rimasta completamente ignorante, ingenua perfino nel rapporto con le droghe. Non c’era prevenzione. Inoltre, con la decolonizzazione e la fine delle guerre in Angola e Mozambico, tornarono i soldati portoghesi che lì avevano cominciato a consumare droghe e ne riportarono in grandi quantità. Con la liberalizzazione improvvisa dei costumi, la società portoghese ha visto aumentare l’uso di droghe senza che le persone imparassero a riconoscere la differenza tra uno spinello e un’iniezione di eroina. Alla metà degli anni ’80 c’erano decine di migliaia di eroinomani. Allora si sviluppò una sorta di mercato per la disintossicazione, con società private specializzate, senza controllo e senza grandi risultati. Nel 1986, fu aperto a Lisbona il primo centro pubblico di trattamento delle tossicodipendenze, ma la legislazione repressiva non incoraggiava le persone a rivolgersi al sistema sanitario per paura di essere denunciate.
Come la legge di riforma del 2001 ha cambiato le cose? Quali sono stati i risultati?
Mentre la nuova legge garantiva la non punibilità del consumo di sostanze, si è avviato un lavoro di prevenzione sui consumatori più giovani. Nel contempo i tossicodipendenti venivano inseriti massicciamente nei programmi di trattamento, in particolare col metadone e attraverso il sistema delle cosiddette “commissioni della dissuasione”, che accompagnano le persone lungo il percorso di disintossicazione e reinserimento. Dal canto loro, le autorità di polizia locali hanno smantellato gli snodi più importanti del traffico di strada. Così oggi, le forze dell’ordine possono concentrarsi – con un certo successo – sul traffico internazionale e le narcomafie, realizzando massicci sequestri di sostanze. Questa riforma, all’inizio contrastata da molti, è oggi ampiamente condivisa. Perché i risultati ci sono, e sono molto positivi. L’uso delle droghe è molto diminuito tra i giovani e l’età media dei tossicodipendenti è aumentata. L’epidemia di Aids tra i consumatori è stata fermata. Tuttavia, con l’attuale crisi e la disoccupazione in aumento, sono preoccupato per il futuro. Soprattutto per l’abuso di alcolici.
«Così abbiamo sanato una società in mano alle narcomafie»
Articolo di Redazione
Parla João Goulão, presidente dell’Istituto portoghese per la lotta alle tossicodipendenze