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Il crimine organizzato nell’Asia del sud-est e nel Pacifico da’ luogo ad un giro d’affari di circa 90 miliardi di Usd (69 miliardi euro) ogni anno in traffici diversi, beni contraffatti, droga, esseri umani o animali. Cosi’ fa sapere un rapporto ONU pubblicato oggi. La contraffazione e’ l’attivita’ piu’ lucrativa con 24,4 miliardi di dollari di proventi annuali, il contrabbando di legno, invece, rende 17 miliardi, l’eroina 16,3 miliardi e le metamfetamine 5 miliardi, fa sapere l’indagine “Il crimine organizzato transfrontaliero in Asia dell’est e nel Pacifico: valutazione della minaccia”. Spesso farmaci di contrabbando, mercato nero dei componenti elettronici destinati ad affiancarsi al riciclaggio ufficiale (3,75 miliardi Usd), e il commercio illegale di specie animali protette (2,5 miliardi). I trafficanti di clandestini o di donne destinate alla prostituzione rappresentano un guadagno di centinaia di milioni di dollari ogni anno.
Secondo Sandeep Chawla, vicedirettore l’Ufficio della Nazioni Unite contro la droga e la criminalita’ (UNODC), il consumo di eroina e’ in costante aumento nella regione. I cinesi sono i principali consumatori, i birmani i produttori numero uno. “La Birmania e’ la principale fonte per gli oppiacei in Asia del sud-est. Occorre fare qualcosa per rispondere alla produzione di oppiacei in questo Paese, e’ molto importante per la zona”, sottolinea Jeremy Douglas, rappresentate regionale dell’agenzia, che insiste sui pericoli di questi traffici per la salute. “Tra un terzo e il 90% dei trattamenti antimalaria diffusi in Asia del sud-est sono frutto del contrabbando”, proveniente dalla Cina e dall’India, con le conseguenze di una anomala mortalita’ di chi li assume e l’emergenza sui ceppi resistenti. Secondo l’Organizzazione mondiale delle dogane, il 75% di tutti i prodotti contraffatti distribuiti nel mondo tra il 2008 e il 2010 provengono dall’Asia del sud-est, principalmente dalla Cina.