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La replica dell’Office of National Drug Control Policy è del tutto insufficiente e non chiarisce i dubbi sollevati dalla nostra denuncia. Narcoleaks, nel 2011, ha monitorato e registrato informazioni relative unicamente a sequestri di rilevante entità ignorando quelli inferiori a 20 pounds per evitare di conteggiare cocaina fortemente tagliata con altre sostanze. Perciò è improprio l’esempio della cocaina “tagliata” che circola nelle strade di Los Angeles. Quanto alla purezza pari circa al 75% della cocaina sequestrata in mare dalla US Coast Gard, evidenziamo che nei circa 5.000 sequestri raccolti da Narcoleaks nel corso dell’anno, privilegiando le fonti governative a quelle meramente giornalistiche, sono stati numerosissimi i casi in cui le autorità dei diversi Paesi – che pure svolgono le analisi forensi – hanno
indicato percentuali di purezza molto più elevate di quelle che avrebbero riscontrato le autorità statunitensi.
Detto questo, dobbiamo rilevare che, pur assumendo nei calcoli l’asserita percentuale di purezza del 75%, l’incongruenza dei dati forniti dal Dipartimento di Stato americano non cambia nella sostanza:
1. Considerando che le 700 tonnellate di produzione mondiale da voi stimate corrispondano a 850 tonnellate di cocaina trafficata all’ingrosso (export quality), risulta del tutto evidente la sproporzione con i sequestri mondiali di cocaina pura (o almeno pura al 75%) che quest’anno supereranno di molto le 740 tonnellate prospettando una produzione mondiale molto superiore a quella indicata dal Dipartimento di Stato Usa.
2. È sostanzialmente sbagliato “spiegare” questa sproporzione ricorrendo alla tesi secondo cui la cocaina circolante è la sommatoria di quella prodotta nell’anno e di quella prodotta e stoccata negli anni precedenti. È del tutto campata in aria la versione fornita dall’Ondcp degli “stoccaggi”, per due ragioni fondamentali: a) i grandi sequestri hanno quasi sempre riguardato cocaina in movimento (via mare, terra o aria) e quasi mai cocaina giacente e rinvenuta in nascondigli; b) da molti anni le vostre forze armate stimano un flusso della cocaina annualmente diretta verso gli Stati Uniti molto superiore alla stima della produzione mondiale Usa (ad esempio, per il 2008, il Generale Douglas Fraser ha stimato il flusso tra 1.200 e 1.400 tonnellate quando la stima del Dipartimento di Stato americano della produzione mondiale era di 695 tonnellate sia pure di cocaina pura al 100% ….). La cocaina viene prodotta per essere diffusa e non per essere stoccata.

Ora l’Ondcp ammette di fronte alla comunità internazionale che tutti i parametri del narcotraffico – produzione, sequestri disponibilità per il mercato e consumo – sono per definizione incerti. Per la stima della produzione l’Ondcp riconosce inoltre che si può, tutt’al più, indicare un range piuttosto ampio ma, nonostante ciò, continua ad affermare categoricamente, da mesi, sui media internazionali, il presunto sorpasso della produzione peruviana rispetto a quella colombiana per qualche decina di tonnellate. Non è contraddittorio?
Nonostante la Casa Bianca abbia tentato di rispondere alla nostra prima domanda, restano ancora senza
risposta le altre:
1. Come è possibile che il Dipartimento di Stato affermi che nel mondo si producono 700 tonnellate di cocaina, quando la U.S. Guard Coast afferma che il solo traffico di cocaina dal Sud America agli Usa è di ben 771 tonnellate?
2. Come è possibile che diverse autorità americane siano in netta contraddizione tra di loro?
3. Perché si continua ad affermare che la produzione di cocaina colombiana è calata quando tutti i dati disponibili dicono il contrario?
4. Alla luce di queste contraddizioni, sono giustificati i miliardi di dollari spesi per finanziare il Plan Colombia?
Restiamo a disposizione per ogni eventuale obiezione o richiesta di chiarimento, preannunciando che sarà comunque nostra cura approfondire ciascuno degli argomenti che in questa fase ci siamo limitati ad accennare. E’ il dovere che ognuno ha nei confronti della collettività internazionale e, particolarmente rispetto ai giovani, per un futuro senza droga o, almeno, con meno droga possibile.