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“Non dico che dovremmo distribuire l’eroina a tutti, ma dovremmo affrontare la questione come un problema di salute piuttosto che criminalizzare le persone”, ha detto.
Sir Gilmour aveva già preannunciato la ‘controversa’ presa di posizione quando era a capo del Royal College, la più antica e prestigiosa istituzione medico-scientifica della Gran Bretagna. Solo ora pero’ ha dichiarato pubblicamente il risultato di un percorso di riflessione basato sull’evidenza scientifica.
Il medico ha dato il proprio sostegno cosi’ a Nicholas Green, presidente del Bar Council, l’organo disciplinare dell’avvocatura inglese. Nella rivista dell’organo, Green ha affermato che i costi legati alla criminalizzazione delle droghe sono di circa 13 miliardi di sterline ogni anno, spiegando che vi sono ormai prove sull’efficacia della depenalizzazione ridurre il crimine, la recidiva e migliorare la salute pubblica.
La depenalizzazione “potrebbe ridurre drasticamente il crimine e migliorare la salute pubblica”, ha aggiunto.
Infine, ha elogiato un editoriale apparso sulla rivista scientifica British Medical Journal a firma di Stephen Rolles, della Transform Drug Policy Foundation, fatto proprio dal comitato di redazione.
Danny Kushlik di Transform, impegnata nella riforma delle politiche antidroga, ha spiegato che l’intervento di Sir Gilmour è molto significativo. “I medici hanno l’obbligo di parlare a voce alta se gli effetti del proibizionismo causano piu’ danni di quanti se ne vorrebbero eliminare. Con un primo ministro e un vice primo ministro da tempo sostenitori di politiche alternative alla guerra alla droga, come minimo il Governo dovrebbe dare avvio ad una fase di analisi dei risultati per comparare la proibizione con la depenalizzazione e severa regolamentazione”.