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Devono essere impedite in tutti i modi le conseguenze della sentenza del Tar che di fatto ci riporta agli effetti, assolutamente non condivisibili, delle tabelle della legge Fini – Giovanardi, con le quali si corre il rischio di mandare sotto processo o di togliere il passaporto a chi ha la sola colpa di fumare qualche spinello.
E’ per questo che valuto positivamente la volontà del Ministro per la Salute Livia Turco di ricorrere al Consiglio di Stato per annullare la sentenza emessa dal Tribunale amministrativo del Lazio.
La decisione del Tar segna un momento involutivo, in cui si colloca anche la recente proposta del Ministro Amato di prevedere l’antidoping nelle scuole e all’uscita dalle discoteche, nel processo di revisione delle fallimentari politiche proibizioniste che il Governo dell’Unione aveva iniziato con l’approvazione del decreto del Ministro della salute Livia Turco che ha innalzato l’utilizzo personale di cannabis da 500 milligrammi a 1 grammo.
E’ ora di dire basta ai fallimentari risultati del proibizionismo che continua ad arricchire gente senza scrupoli e malavitosi e non risolve il grave problema sociale della droga, ma che anzi lo aggrava con il continuo aumento di reati perpetrati per procurarsi i soldi necessari all’acquisto delle dosi.
La sentenza del Tar, fa emergere in modo evidente, la necessita di abolire la legge Fini – Giovanardi sulle tossicodipendenze e di aprire, nel Paese, un ampio dibattito sull’esigenza di porre fine a politiche repressive e indiscriminate per individuare percorsi che, al contrario, offrano una forte capacità di prevenzione nell’uso delle droghe.

Personalmente e come più volte sostenuto, ritengo che una possibilità per evitare che i consumatori di cannabis passino alle droghe pesanti e a quelle chimiche sia quella di consentire la coltivazione ad uso individuale di marijuana come pure giungere alla sperimentazione sulla distribuzione controllata dell’eroina per i tossicodipendenti per evitare che si compiano reati o si muoia ancora per overdose.
Un ulteriore sforzo deve essere compiuto poi, nella direzione della prevenzione attraverso una dura lotta al narcotraffico che va colpito alla radice e, soprattutto, occorre intervenire per giungere alla separazione del mercato nero della marijuana e dei suoi derivati da quello delle droghe pesanti, evitando di punire i consumatori.
Un percorso, questo, che il governo Prodi ha voluto iniziare con il decreto del Ministro Livia Turco dando un segnale preciso verso la non criminalizzazione del consumatore di cannabis.

Pur nella consapevolezza che sarebbe meglio non assumere droghe di alcun genere, e’ indispensabile però individuare quelle misure che impediscano al circuito dei consumatori abituali o saltuari della cannabis di passare al mercato clandestino delle droghe pesanti e, per far questo, è prima di tutto necessario giungere al più presto alla totale depenalizzazione sia penale che amministrativa dei semplici consumatori.

Dopo i fallimenti delle politiche proibizioniste degli ultimi cinquant’anni, i tempi sembrano maturi per sperimentare la via della legalizzazione, cercando, se necessario, il dialogo con quella parte del centrodestra che sembra avere posizioni più avanzate di alcune componenti dell’Unione.

Paolo Cento è Sottosegretario al Ministero dell’economia e delle finanze.