In un articolo pubblicato sulla rivista scientifica Medical Science Monitor, i ricercatori della Saint Joseph’s University di Philadelphia dimostrano come l’Afghanistan potrebbe costituire la soluzione alla scarsità di farmaci antidolorifici nel mondo.
Decine di milioni di persone affette da dolore moderato e acuto a causa del cancro, dell’Hiv/Aids, di ustioni e altre lesioni non hanno la possibilità di accedere ad anestetici oppioidi per alleviare la sofferenza. La maggior parte, scrivono gli studiosi, vive in Paesi poveri dove i farmaci oppioidi sono troppo costosi o non facilmente reperibili. Questo nonostante, sostengono gli autori, il diritto alla salute -che include la terapia del dolore- sia un diritto umano fondamentale.
“La soluzione a questo problema potrebbe essere trovata in Afghanistan, un Paese ora afflitto da povertà e guerra”, scrivono. “L’Afghanistan è il primo produttore al mondo di eroina. La crescita della produzione di eroina in Afghanistan ha spinto gli Stati Uniti e la comunità internazionale a cominciare l’eradicazione dei campi di papavero che a sua volta ha ulteriormente impoverito i coltivatori di papavero da oppio”.
Ma con l’adozione di un diverso paradigma, continuano i ricercatori, i contadini Afghani potrebbero continuare a coltivare i papaveri da oppio per creare farmaci come la morfina per i Paesi poveri. Questo paradigma prende in considerazione tutti i passaggi necessari per la fabbricazione di medicinali tra cui il procedimento di autorizzazione, la sicurezza, la coltivazione, il raccolto e la produzione industriale di farmaci oppioidi. Il tutto, concludono gli studiosi, costerebbe meno dell’eradicazione e darebbe la possibilità agli agricoltori Afghani di sopravvivere onestamente.