Troppi sospetti di collusione e complicita’ tra la polizia locale e i trafficanti di droga che hanno fatto di Tijuana, citta’ messicana vicina al confine con gli Usa, la loro capitale. Cosi’ agli agenti sono state requisite le pistole.
A disarmare gli agenti -ora costretti a fare le ronde senza potersi proteggere- sono stati i soldati inviati nell’ambito di una vasta operazione antidroga voluta dalle autorita’ federali e in particolare dal neoeletto presidente Felipe Calderon.
L’esercito e’ intervenuto con 4.000 uomini, mezzi pesanti e perfino elicotteri, facendo un vasto rastrellamento nelle strade della citta’, che si trova a pochi chilometri da San Diego ed e’ meta di un intenso turismo proveniente dalla California.
All’operazione partecipa anche la marina, che sorveglia le coste.
Le armi sequestrate ai poliziotti verranno ora controllate per verificare se i loro proprietari hanno partecipato a omicidi e altri crimini commessi in citta’. Solo nell’ultimo anno le morti violente a Tijuana sono state 2.000, in gran parte nel contesto della lotta tra clan implicati nel traffico di droga.