La cannabis e’ meno dannosa di alcolici e sigarette. Lo sostiene la Global Cannabis Commission della Ong Beckley Foundation, in un rapporto messo a punto in vista della revisione della politica delle Nazioni unite in materia di droga nel 2009. Nel documento, oltre a sottolineare il fallimento dell’attuale strategia proibizionista, si chiede un cambiamento di rotta. La proposta, destinata a sollevare non poche polemiche, e’ di liberalizzare la marijuana all’interno di un “mercato controllato”, soggetto a tasse, regole precise, obbligo di eta’ minima per l’acquisto.
Il rapporto, frutto del lavoro di un gruppo di scienziati, accademici ed esperti di droga e presentato oggi in una conferenza alla camera dei Lord, parte da un dato piuttosto eloquente. Sono 160 milioni i consumatori di marijuana nel mondo. “Nonostante la cannabis abbia un impatto negativo sulla salute, inclusa quella mentale – si sottolinea nel testo – in termini relativi e’ meno dannosa di alcol e tabacco”. Un’affermazione ancora suffragata dai dati. “Storicamente – ricorda il rapporto – ci sono stati soltanto due morti al mondo attribuibili a questa sostanza, mentre alcol e fumo di sigarette sono responsabili di circa 150 mila decessi l’anno nella sola Gran Bretagna”.
La gran parte dei danni riconducibili al consumo di marijuana, e’ la presa di posizione del documento, “e’ il risultato del proibizionismo. Senza considerare che le politiche adottate nei confronti dell’uso di cannabis, draconiane o liberali che siano, sembrano non avere effetto sulla diffusione e sulla prevalenza dei consumi”. L’alternativa di una “disponibilita’ regolamentata”, cioe’ liberalizzare la sostanza con regole e controlli, limitando anche la quantita’ di principio attivo negli spinelli, potrebbe “minimizzare i danni”. Un suggerimento che difficilmente potra’ essere raccolto dal Governo o dai Conservatori, entrambi contrari ad allentare le maglie della legislazione sul consumo di cannabis.